Cara Amica,
queste mie riflessioni sulla Rivoluzione del Filo di Paglia nascono da un percorso iniziato 15 anni fa, e sono il racconto di un breve tratto del mio cammino, perché questa Rivoluzione, dentro di me, sta ancora facendo il suo corso, con le sue gioie e i suoi dolori, i suoi successi e soprattutto i suoi fallimenti. Il mio intento è quello di analizzare l’esperienza vissuta finora, raccoglierne l’essenza, trasformarla in parole, forse in consigli, per coloro che sentono la stessa voglia e il medesimo desiderio di percorre il Cammino della Rivoluzione del Filo di Paglia.
Ho abbracciato questa causa all’età di 14 anni, quando all’Istituto agrario, un docente, divenuto negli anni un caro amico, con grande convinzione apostrofò come “inutili” tutte le nozioni che con fatica stavamo apprendendo, aggiungendo: “leggete i testi di Masanobu Fukuoka e capirete cos’è davvero l’agricoltura”.
Nonostante la mia giovane età, gli scritti di quel contadino giapponese risuonarono in me come pura verità; era come aver ritrovato la Via maestra dopo anni di incertezze; un antico richiamo a tornare verso la Natura. Sentivo infatti che lui aveva davvero compreso la Natura, e da quel momento decisi di percorrere anch’io questo Cammino.
A rafforzare le mie convinzioni c’era il lavoro che fin dalla più tenera età io e i miei fratelli dovevamo svolgere nell’orto di casa: le tecniche che usavamo, così poco rispettose della natura, mi spinsero sempre più lontano dai metodi dell’agricoltura tradizionale, mentre sempre più in me ardeva il desiderio di provare e sperimentare l’Agricoltura naturale, sicuro che sarebbe stato un successo.
I cinque anni di Scuola media superiore passarono senza che io potessi sperimentare questo metodo, ma nel frattempo la fantasia creava e, lentamente, nella mia immaginazione si facevano spazio campi immensi, ricchi di ortaggi, alberi da frutto, cereali, una sorta di Paradiso terreste. Nella mia mente tutto era chiaro, mancava solo il terreno su cui realizzare questa mia visione, ma la convinzione era che tutto sarebbe stato facile, semplice, immediato.
Il mio arrivo a Firenze creò inaspettatamente le condizioni per il manifestarsi di questa possibilità: un bellissimo oliveto su cui sperimentare e portare nella realtà quel Paradiso che da anni affollava ormai non più solo la mia mente, ma anche il mio cuore.
Cara Amica, se ora ti dicessi che, in quattro anni, da migliaia di semi nelle palline di argilla non nacque un solo filo d’erba, e se ti dicessi con quanto sconforto ogni anno constatavo l’insuccesso dei miei tentativi di applicare questo metodo, ti chiederesti cosa mi ha spinto a continuare, a insistere e a voler credere in questo contadino di nome Fukuoka.
L’immagine del mio piccolo Paradiso era comunque sempre nella mia mente, e dentro di me sentivo profondamente che Fukuoka aveva compreso qualcosa, aveva intuito e afferrato i segreti della Natura, ma davvero non riuscivo a comprendere come avesse fatto e, soprattutto, non riuscivo a riconoscere i miei errori.
Ripensando a quei quattro anni, agli esperimenti nell’oliveto sulle colline di Bagno a Ripoli, vedo chiaramente che io, in quel periodo, non stavo bene, mi sentivo spiritualmente oppresso, e gli insuccessi agricoli rispecchiavano uno stato interiore privo di gioia e serenità.
Il Cielo ha voluto che dopo quattro anni di difficoltà esistenziali, incontrassi il mio Maestro spirituale, Omraam Mikhaël Aïvanhov, grazie al quale ho potuto trasformare la mia esistenza e iniziare a conoscere e vivere il mio destino.
queste mie riflessioni sulla Rivoluzione del Filo di Paglia nascono da un percorso iniziato 15 anni fa, e sono il racconto di un breve tratto del mio cammino, perché questa Rivoluzione, dentro di me, sta ancora facendo il suo corso, con le sue gioie e i suoi dolori, i suoi successi e soprattutto i suoi fallimenti. Il mio intento è quello di analizzare l’esperienza vissuta finora, raccoglierne l’essenza, trasformarla in parole, forse in consigli, per coloro che sentono la stessa voglia e il medesimo desiderio di percorre il Cammino della Rivoluzione del Filo di Paglia.
Ho abbracciato questa causa all’età di 14 anni, quando all’Istituto agrario, un docente, divenuto negli anni un caro amico, con grande convinzione apostrofò come “inutili” tutte le nozioni che con fatica stavamo apprendendo, aggiungendo: “leggete i testi di Masanobu Fukuoka e capirete cos’è davvero l’agricoltura”.
Nonostante la mia giovane età, gli scritti di quel contadino giapponese risuonarono in me come pura verità; era come aver ritrovato la Via maestra dopo anni di incertezze; un antico richiamo a tornare verso la Natura. Sentivo infatti che lui aveva davvero compreso la Natura, e da quel momento decisi di percorrere anch’io questo Cammino.
A rafforzare le mie convinzioni c’era il lavoro che fin dalla più tenera età io e i miei fratelli dovevamo svolgere nell’orto di casa: le tecniche che usavamo, così poco rispettose della natura, mi spinsero sempre più lontano dai metodi dell’agricoltura tradizionale, mentre sempre più in me ardeva il desiderio di provare e sperimentare l’Agricoltura naturale, sicuro che sarebbe stato un successo.
I cinque anni di Scuola media superiore passarono senza che io potessi sperimentare questo metodo, ma nel frattempo la fantasia creava e, lentamente, nella mia immaginazione si facevano spazio campi immensi, ricchi di ortaggi, alberi da frutto, cereali, una sorta di Paradiso terreste. Nella mia mente tutto era chiaro, mancava solo il terreno su cui realizzare questa mia visione, ma la convinzione era che tutto sarebbe stato facile, semplice, immediato.
Il mio arrivo a Firenze creò inaspettatamente le condizioni per il manifestarsi di questa possibilità: un bellissimo oliveto su cui sperimentare e portare nella realtà quel Paradiso che da anni affollava ormai non più solo la mia mente, ma anche il mio cuore.
Cara Amica, se ora ti dicessi che, in quattro anni, da migliaia di semi nelle palline di argilla non nacque un solo filo d’erba, e se ti dicessi con quanto sconforto ogni anno constatavo l’insuccesso dei miei tentativi di applicare questo metodo, ti chiederesti cosa mi ha spinto a continuare, a insistere e a voler credere in questo contadino di nome Fukuoka.
L’immagine del mio piccolo Paradiso era comunque sempre nella mia mente, e dentro di me sentivo profondamente che Fukuoka aveva compreso qualcosa, aveva intuito e afferrato i segreti della Natura, ma davvero non riuscivo a comprendere come avesse fatto e, soprattutto, non riuscivo a riconoscere i miei errori.
Ripensando a quei quattro anni, agli esperimenti nell’oliveto sulle colline di Bagno a Ripoli, vedo chiaramente che io, in quel periodo, non stavo bene, mi sentivo spiritualmente oppresso, e gli insuccessi agricoli rispecchiavano uno stato interiore privo di gioia e serenità.
Il Cielo ha voluto che dopo quattro anni di difficoltà esistenziali, incontrassi il mio Maestro spirituale, Omraam Mikhaël Aïvanhov, grazie al quale ho potuto trasformare la mia esistenza e iniziare a conoscere e vivere il mio destino.
Posso quindi dire che è grazie al Maestro Aïvanhov se la mia vita ha potuto cambiare corso, ritrovare la sua meta, la sua gioia e serenità, ed è sempre grazie a Lui se il mio percorso lungo la Rivoluzione del Filo di Paglia ha potuto approfondirsi e trovare senso e logica, persino nei suoi insuccessi.
Grazie alla sua presenza, non fisica ma spirituale, ho compreso una prima cosa essenziale: la Rivoluzione del Filo di Paglia è una rivoluzione interiore, è un percorso spirituale, di riavvicinamento alla Natura e alla nostra Essenza. Ho così cominciato ad approfondirne l’aspetto filosofico, cercando di comprendere e di “identificarmi” nel pensiero di Fukuoka.
A tale proposito ricordo bene che un giorno, in un campo di lavoro per la preparazione di palline di argilla per rinverdire una zona incendiata, durante la pausa pranzo, chiesi se qualcuno dei partecipanti fosse in grado di parlarmi della Filosofia di Fukuoka. La risposta mi lasciò perplesso: “Ma quale filosofia, qui si semina e non c’è nient’altro da fare!…”
Compresi profondamente perché questo metodo non si è sviluppato come avrebbe potuto, perché, prima di essere un metodo tecnico di coltivazione, l’Agricoltura naturale è una disciplina di vita, un metodo filosofico, che va quindi compreso, applicato e sperimentato prima sul piano spirituale invece che su quello materiale.
Grazie al Maestro Aïvanhov, ci fu un altro importante passo verso una maggiore comprensione di questo mio percorso. Egli infatti menziona spesso nelle sue conferenze i Deva della Natura: ne avevo già sentito parlare, ma solo tramite il Suo Insegnamento ho iniziato a comprendere che la Natura è viva, è abitata da Entità invisibili, che la curano e la sostengono in ogni suo aspetto: la bellezza, la simmetria, i colori, i profumi; tutto ciò è opera di queste Intelligenze invisibili, la cui presenza si manifesta con risultati tangibili e ammirevoli.
Un magico mondo quello dei Deva … è stato come tornare bambini, lasciando da parte molti preconcetti, aprendo il cuore a nuovi punto di vista …
Come molti sanno, i metodi di coltivazione in “collaborazione” con i Deva hanno trovato una sua concreta e alta manifestazione nell’esperienza di Findhorn e nel Giardino di Perelandra, grazie a donne con particolari capacità interiori, in grado di comunicare direttamente con queste Intelligenze.
In questi ultimi anni ho continuato a sperimentare diversi metodi naturali, e nonostante i risultati ottenuti non siano ancora paragonabili a quelli ottenuti a Findhorn o in altre realtà simili, posso dire che il giardino e l’orto in cui, insieme a due fratelli spirituali, lavoro ogni giorno, sono ora luoghi speciali: vi si respira un’aria di pace e di armonia, le piante sono sane e rigogliose, si sente che la Natura è viva, gioiosa.
Quando scendo nel campo, e vado verso l’orto, saluto le Entità che vi abitano, porto loro il mio affetto e sento che esse sorridono, che mi salutano e che sono contente di essere riconosciute; infatti, quando le si ringrazia per il lavoro che svolgono sono felici e gioiscono, e anche il mio cuore si riscalda e si dilata.
Volendo favorire una comprensione profonda della filosofia e della dimensione spirituale della Rivoluzione del Filo di Paglia, posso dire che Fukuoka agiva secondo la logica dell’intuizione, attraverso una sorta di Intelligenza superiore, che prescinde dall’intelletto. Egli era in tale sintonia e armonia con la Natura che tramite i suoi abitanti invisibili, e grazie al suo intuito, riceveva le informazioni su come, dove e quando agire. In altri termini, non era più separato dalla Natura, ma ne era diventato parte integrante, e la sua Rivoluzione vuole riportare l’uomo proprio verso questa condizione.
Grazie alla sua presenza, non fisica ma spirituale, ho compreso una prima cosa essenziale: la Rivoluzione del Filo di Paglia è una rivoluzione interiore, è un percorso spirituale, di riavvicinamento alla Natura e alla nostra Essenza. Ho così cominciato ad approfondirne l’aspetto filosofico, cercando di comprendere e di “identificarmi” nel pensiero di Fukuoka.
A tale proposito ricordo bene che un giorno, in un campo di lavoro per la preparazione di palline di argilla per rinverdire una zona incendiata, durante la pausa pranzo, chiesi se qualcuno dei partecipanti fosse in grado di parlarmi della Filosofia di Fukuoka. La risposta mi lasciò perplesso: “Ma quale filosofia, qui si semina e non c’è nient’altro da fare!…”
Compresi profondamente perché questo metodo non si è sviluppato come avrebbe potuto, perché, prima di essere un metodo tecnico di coltivazione, l’Agricoltura naturale è una disciplina di vita, un metodo filosofico, che va quindi compreso, applicato e sperimentato prima sul piano spirituale invece che su quello materiale.
Grazie al Maestro Aïvanhov, ci fu un altro importante passo verso una maggiore comprensione di questo mio percorso. Egli infatti menziona spesso nelle sue conferenze i Deva della Natura: ne avevo già sentito parlare, ma solo tramite il Suo Insegnamento ho iniziato a comprendere che la Natura è viva, è abitata da Entità invisibili, che la curano e la sostengono in ogni suo aspetto: la bellezza, la simmetria, i colori, i profumi; tutto ciò è opera di queste Intelligenze invisibili, la cui presenza si manifesta con risultati tangibili e ammirevoli.
Un magico mondo quello dei Deva … è stato come tornare bambini, lasciando da parte molti preconcetti, aprendo il cuore a nuovi punto di vista …
Come molti sanno, i metodi di coltivazione in “collaborazione” con i Deva hanno trovato una sua concreta e alta manifestazione nell’esperienza di Findhorn e nel Giardino di Perelandra, grazie a donne con particolari capacità interiori, in grado di comunicare direttamente con queste Intelligenze.
In questi ultimi anni ho continuato a sperimentare diversi metodi naturali, e nonostante i risultati ottenuti non siano ancora paragonabili a quelli ottenuti a Findhorn o in altre realtà simili, posso dire che il giardino e l’orto in cui, insieme a due fratelli spirituali, lavoro ogni giorno, sono ora luoghi speciali: vi si respira un’aria di pace e di armonia, le piante sono sane e rigogliose, si sente che la Natura è viva, gioiosa.
Quando scendo nel campo, e vado verso l’orto, saluto le Entità che vi abitano, porto loro il mio affetto e sento che esse sorridono, che mi salutano e che sono contente di essere riconosciute; infatti, quando le si ringrazia per il lavoro che svolgono sono felici e gioiscono, e anche il mio cuore si riscalda e si dilata.
Volendo favorire una comprensione profonda della filosofia e della dimensione spirituale della Rivoluzione del Filo di Paglia, posso dire che Fukuoka agiva secondo la logica dell’intuizione, attraverso una sorta di Intelligenza superiore, che prescinde dall’intelletto. Egli era in tale sintonia e armonia con la Natura che tramite i suoi abitanti invisibili, e grazie al suo intuito, riceveva le informazioni su come, dove e quando agire. In altri termini, non era più separato dalla Natura, ma ne era diventato parte integrante, e la sua Rivoluzione vuole riportare l’uomo proprio verso questa condizione.
Potremmo anche spingerci ad affermare che l’uomo non ha il solo scopo di ritornare verso la Natura, di coltivarla con metodi naturali, con l’Amore e la Gratitudine, cercando di divenire un tutt’uno con lei, ma ha anche il compito di renderla bella, di creare Armonia e Poesia. Nelle antiche Scritture si parla di Giardino dell’Eden e dunque, proprio come sosteneva il grande filosofo giardiniere Jorn de Précy, l’uomo nasce con il compito di coltivare l’Armonia e la Bellezza su questa terra.
Questo grande ideale, che dà la spinta a tutti coloro che abbracciano la Rivoluzione del Filo di Paglia, dev’essere però accompagnato da altre considerazioni: non si può infatti sperare di riuscire in questa grande impresa semplicemente spargendo delle palline di argilla su campi incolti. La rivoluzione va fatta prima di tutto dentro di sé, anzitutto conoscendo la Natura in maniera profonda e spirituale, ma anche da un punto di vista scientifico: Fukuoka infatti era un biologo, conosceva la natura e l’agricoltura tradizionale da un punto di vista intellettuale, e se successivamente il suo intuito superiore ha potuto guidarlo così bene è perché si basava su una conoscenza tecnica. Anche se Fukuoka rigettò la conoscenza scientifica, affermando la sua inutilità, una minima conoscenza della natura è indispensabile. Un giorno quando l’uomo sarà spiritualmente più evoluto, non ci sarà bisogno di avere alcuna conoscenza tecnica, egli semplicemente saprà sempre cosa è corretto fare; ma fino ad allora l’intelletto e la conoscenza dovranno aiutare e sostenere il nostro lavoro.
Infatti, se non conosciamo il tipo di terreno, il clima, la resistenza delle piante e tante altre cose, la nostra Rivoluzione non avrà gli strumenti sufficienti per potersi realizzare. A questa conoscenza tecnica va aggiunta la conoscenza del mondo invisibile, per sapere chi sono davvero queste Entità intelligenti che popolano la Natura e come entrare in contatto con loro. Solo quando questi due aspetti si saranno sviluppati e armonizzati potremo cercare di sviluppare e applicare il piano intuitivo, un tipo di conoscenza che possiamo appunto definire “Superiore”.
La Rivoluzione del Filo di Paglia, per chi ancora non lo avesse compreso, è una rivoluzione spirituale, che spinge l’uomo a tornare verso la Natura e, suo tramite, verso Dio, quel Dio che si manifesta in tutta la Creazione, in ogni fiore, in ogni albero e arbusto, in ogni fratello e sorella, e in tutte le creature dell’Universo. Questo ritorno verso Dio è la strada che conduce l’Uomo verso una Fratellanza Universale in cui, come ci insegna S. Francesco, il sole non è solo un astro luminoso, ma è Frate Sole, la luna non è solo un satellite ma è Sorella Luna, il lupo non una belva feroce, ma Frate Lupo…
Ho scritto queste poche righe perché nel mio cuore vive la speranza che sempre più persone vengano toccate profondamente dal desiderio di dar vita a questa Rivoluzione, affinché l’Uomo comprenda l’importanza di guardare Madre Terra con occhi diversi, di amarla, comprenderla e coltivarla con metodi naturali, quindi amorevoli … al fine di ricreare il Paradiso terrestre, un nuovo Eden …
Come vedi, mia cara Amica, la Rivoluzione del Filo di Paglia ha portato in me molti frutti, dolci e succulenti, ha portato la gioia di scoprire cos’è la Natura, la piacevole sensazione di essere sempre circondato da molti Amici, la comprensione che anche i fallimenti sono un passo essenziale per l’apprendimento e per la propria crescita, ma soprattutto mi ha donato una Via di ritorno verso me stesso.
Firenze 21 Febbraio 2014 Francesco Mossolin
Questo grande ideale, che dà la spinta a tutti coloro che abbracciano la Rivoluzione del Filo di Paglia, dev’essere però accompagnato da altre considerazioni: non si può infatti sperare di riuscire in questa grande impresa semplicemente spargendo delle palline di argilla su campi incolti. La rivoluzione va fatta prima di tutto dentro di sé, anzitutto conoscendo la Natura in maniera profonda e spirituale, ma anche da un punto di vista scientifico: Fukuoka infatti era un biologo, conosceva la natura e l’agricoltura tradizionale da un punto di vista intellettuale, e se successivamente il suo intuito superiore ha potuto guidarlo così bene è perché si basava su una conoscenza tecnica. Anche se Fukuoka rigettò la conoscenza scientifica, affermando la sua inutilità, una minima conoscenza della natura è indispensabile. Un giorno quando l’uomo sarà spiritualmente più evoluto, non ci sarà bisogno di avere alcuna conoscenza tecnica, egli semplicemente saprà sempre cosa è corretto fare; ma fino ad allora l’intelletto e la conoscenza dovranno aiutare e sostenere il nostro lavoro.
Infatti, se non conosciamo il tipo di terreno, il clima, la resistenza delle piante e tante altre cose, la nostra Rivoluzione non avrà gli strumenti sufficienti per potersi realizzare. A questa conoscenza tecnica va aggiunta la conoscenza del mondo invisibile, per sapere chi sono davvero queste Entità intelligenti che popolano la Natura e come entrare in contatto con loro. Solo quando questi due aspetti si saranno sviluppati e armonizzati potremo cercare di sviluppare e applicare il piano intuitivo, un tipo di conoscenza che possiamo appunto definire “Superiore”.
La Rivoluzione del Filo di Paglia, per chi ancora non lo avesse compreso, è una rivoluzione spirituale, che spinge l’uomo a tornare verso la Natura e, suo tramite, verso Dio, quel Dio che si manifesta in tutta la Creazione, in ogni fiore, in ogni albero e arbusto, in ogni fratello e sorella, e in tutte le creature dell’Universo. Questo ritorno verso Dio è la strada che conduce l’Uomo verso una Fratellanza Universale in cui, come ci insegna S. Francesco, il sole non è solo un astro luminoso, ma è Frate Sole, la luna non è solo un satellite ma è Sorella Luna, il lupo non una belva feroce, ma Frate Lupo…
Ho scritto queste poche righe perché nel mio cuore vive la speranza che sempre più persone vengano toccate profondamente dal desiderio di dar vita a questa Rivoluzione, affinché l’Uomo comprenda l’importanza di guardare Madre Terra con occhi diversi, di amarla, comprenderla e coltivarla con metodi naturali, quindi amorevoli … al fine di ricreare il Paradiso terrestre, un nuovo Eden …
Come vedi, mia cara Amica, la Rivoluzione del Filo di Paglia ha portato in me molti frutti, dolci e succulenti, ha portato la gioia di scoprire cos’è la Natura, la piacevole sensazione di essere sempre circondato da molti Amici, la comprensione che anche i fallimenti sono un passo essenziale per l’apprendimento e per la propria crescita, ma soprattutto mi ha donato una Via di ritorno verso me stesso.
Firenze 21 Febbraio 2014 Francesco Mossolin