Stanno fiorendo le salvie ananas ed anche le altre, ornamentali. Sono salvie che sono state importate in Europa in questi ultimi decenni. Sono salvie tropicali, con questa, si possono anche fare tisane ed infusi. Fioriscono in autunno-inverno.
Quando ancora qui, a Cranno, arrivavano gelate, scomparivano per poi ricacciare nella primavera successiva. Raramente, all’aperto, morivano. Negli ultimi anni, a neve praticamente scomparsa, a geli rarefatti e brevi, queste che hanno radici robuste, non scompaiono neanche più.
Immerse tra papiri e citronella, anch’esse essenze da climi caldi o temperati, si riparano a vicenda e non perdono nemmeno più le foglie. I papiri diventavano secchi in superficie, le citronelle restavano nude. Nulla più di tutto questo. Restano verdi, magari prendono qualche colpo di secco ma non vanno più in quiescenza. E così, impariamo, almeno, a godere dei cambiamenti climatici, le nostre piante delle quali abbiamo quoridiana conoscenza, ci insegnano più di ogni altro complicato, di difficile studio.
Esse illustrano, spiegano con la loro presenza, la loro vita stessa dinanzi ai nostri occhi, con i loro fiori, le loro foglie dinanzi ai nostri occhi, sotto le nostre mani, con i loro colori, i loro profumi, con il loro espandersi o contrarsi. Con la loro vita che erompe o si restringe o finisce. Impariamo dalle osservazioni sulle stagioni, sul lungo, medio, breve periodo. Noi, giardinieri per amore, noi che abbiamo imparato a coltivare per necessità intima e per intrinseca, delicata, necessità. Spalanchiamo gli occhi, allarghiamo le mani, distendiamo le dita. Siamo la cartina di tornasole più sicura dei cambiamenti climatici. La nostra osservazione è seria, precisa, puntuale. Noi che annotiamo sui nostri quaderni di campagna ogni cosa.
Adesso, oggi, sul limitare dell’inverno, queste salvie, queste citronelle, questi papiri, le calle, mai così verdi, ci dicono, qui, nel cuore del settentrione d’Italia che è vero, che molto sta cambiando. Introducendo queste specie laddove non avrebbero avuto scampo solo un decennio fa, abbiamo scommesso ed abbiamo capito.
I nostri orti, i nostri giardini evolvono, e noi, comprendendo questo inesorabile mitigarsi del clima, abbiamo capito ed evolviamo anche noi. Ci adattiamo, adattando. Nuove piante per i nuovi tempi. E dunque, è così che si affina resilienza. È così che si innesca gioiosa e colorata nuova resistenza nei nostri giardini. Giardini ed orti belli, più colorati e più profumati, più vivi, più densamente affollati, coltivati, domestici e selvatici che mai. Abbiamo imparato a capire. Non imponendo ma assecondando ed anticipando.
Abbiamo preparato per tempo, i nostri, giardini autunnali.
Teodoro Margarita