Il suo nome “Silene” deriva da Sileno, compagno di Bacco, che aveva una grossa pancia.
Ma anche dal greco “sialon” saliva, per la sostanza schiumosa che ricopre alcune varietà di questa pianta.
Infatti la Silene ha fiori con calici gonfi e alcune varietà fiorendo producono una schiuma. Nulla un tempo era lasciato al caso e i nomi erano dati in modo appropriato e pensato.
Molti di voi, sicuramente, si divertono a far scoppiare le bolle della plastica protettiva dei pacchi. E’ Così?
Allora Silene vulgaris è la pianta che fa al caso vostro!
I fiori si fanno scoppiare schiacciandoli, sul dorso della mano. Proprio da qui, da questa curiosa caratteristica, derivano i suoi numerosi nomi volgari: Sciopet, Bubbola, Schioppettina ecc.
I calici dei fiori hanno una forma a palloncino, che permette di farli scoppiare battendoli con gesti ripetitivi e ritmati.
L’esercizio è rilassante, molto amato dai bambini e il divertimento è assicurato!
Attenzione però! Per riuscire a “far scoppiare” bene proprio tutti i fiori dobbiamo procurarci la pianta con i fiori ben sbocciati e un luogo tranquillo…
Se invece vogliamo utilizzare la Silene vulgaris in cucina, ebbene, dobbiamo avere a disposizione le piantine giovani, meglio ancora le prime foglie della stagione.
A Primavera quando inizia la sua crescita questa pianta ha le foglie molto tenere e viene raccolta per essere consumata cruda.
Avrete così, a costo zero, una semplice, profumata e ottima insalata.
Le foglie poi possono anche essere aggiunte (sempre a Primavera, quando sono piccole e tenere) alle uova per preparare una frittata, oppure nel risotto o come ripieno nei tortelloni, ( insieme alla ricotta).
Provare per credere!
Nadia Nicoletti