L’estate, in forte anticipo, si può dire ormai arrivata e il problema più grosso diventa quello di riuscire a bagnare sufficientemente le nostre piante che già, stante la scarsa stagione piovosa che abbiamo avuto sinora, hanno necessità di accurate annaffiature.
E quindi dobbiamo darci da fare, gomma alla mano, per supplire alle necessarie irrigazioni sia per le piante in piena terra che in particolare per quelle in vaso, passando così una buona fetta del nostro tempo ad adacquare.
Le moderne tecnologie in fatto di irrigazione ci hanno, negli ultimi anni, dato una mano sia per non passare troppo tempo con la gomma in mano, che per irrigare al meglio, consumando spesso quantità di acqua significativamente inferiori ai metodi tradizionali.
Alludo ai moderni sistemi di irrigazione “goccia a goccia”, che sono utilissimi in particolare per gli orti, ma possono essere impiegati anche per piante coltivate in vaso o nei giardini.
Il sistema è molto semplice e al tempo stesso geniale: permette di dare ad ogni singola pianta l’acqua di cui ha bisogno, senza darla in posti dove le radici non spaziano (come avviene invece con l’irrigazione per scorrimento) e in maniera delicata, con un piccolo spruzzo o con gocce, in modo da non costipare il terreno, lasciandolo soffice e ben aerato, evitando così le frequenti zappettature necessarie quando si irriga per scorrimento.
Inoltre, ci permette di irrigare nelle ore giuste, vale a dire all’alba, quando il terreno è fresco e le piante non risentono eccessivamente della differenza di temperatura fra questo e l’acqua; basta inserire a monte dell’impianto un programmatore per irrigazione, facilmente acquistabile a prezzi abbastanza economici presso i garden center o anche le mesticherie. Si può inoltre, con questa strumentazione, decidere per quanto tempo irrigare, da ½ ore a 1, 2, 3 ore o più.
Ma è un impianto costoso, direte. Nulla di tutto ciò, e chiunque ha un po’ di dimestichezza con l’idraulica (non occorre però essere idraulici!) può farsi l’impianto da se; inoltre, una volta costruita la tubazione idonea per le proprie esigenze, questa può essere utilizzata ogni anno previo ripulirla da eventuali incrostazioni di calcare con acido citrico monoidrato.
Come si fa allora questo impianto? E’ necessario anzitutto acquistare tubi di polietilene (quelli neri, usati per le condutture dell’acqua) generalmente di ½ pollice che è più che sufficiente, e che sia a bassa pressione, meno costosi e più facili da forare.
Stenderemo poi il tubo a fianco di ogni pianta ortiva (ma anche quelle del giardino) e faremo, in corrispondenza del piede di ognuna di esse un piccolo foro per mezzo di una fustella acquistabile presso i negozi che vendono attrezzature per l’irrigazione, di diametro appropriato per inserire direttamente (o tramite un apposito raccordo) un tubicino flessibile che sarà quello che porterà l’acqua all’erogatore che distribuirà, a ventaglio, l’acqua alla pianta.
Gli erogatori ci sono poi di diversa portata, da 3 l/h a 24 l/h, e sarà la nostra esperienza che ci dirà quali sono i più idonei alle nostre esigenze: generalmente, io impiego quelli con portata più elevata (15/24 l/h). Dalla parte opposta di dove viene inserito il tubicino, l’erogatore è appuntito e rotondo, così serve sia per inserirlo facilmente nel terreno, ma soprattutto per chiuderlo se la pianta dovesse morire o se ci sembra che in certi momenti non abbia bisogno di acqua.
Naturalmente, il tutto dovrà essere collegato, tramite il suddetto programmatore per irrigazione, ad una presa dell’acqua, e qui bisogna stare attenti: se sono stati sistemati pochi erogatori, si può provocare danni all’impianto (che non è fatto per resistere a pressioni piuttosto elevate, quali ad esempio quelle presenti in un acquedotto).
In questo caso, sarà necessario dotarsi di un regolatore di pressione per limitare al punto giusto e in proporzione agli erogatori sistemati la quantità di acqua che arriva nella tubazione. Personalmente, avendo oltre 100 punti di erogazione, inserisco direttamente la tubazione alla presa dell’acqua che è a pressione normale (3-4 bar).
Ma esiste anche un altro metodo di irrigazione per orti e giardini, di ancor più facile esecuzione: si tratta di utilizzare le cosiddette “manichette”. Queste possono essere tubi di polietilene a bassa pressione in cui, a distanze regolari (es. 30 cm), è stata praticata un’apertura particolare che permette all’acqua di uscire gocciolando (tubi a goccia). Questi tubi sono però abbastanza cari, magari adatti per impianti piccoli; molto più economiche le manichette in polietilene flessibile, (simile alla plastica nera su cui vengono coltivate le fragole) dette “ali gocciolanti”, che anch’esse hanno una apertura apposita a distanza prefissata, da dove, in modo analogo ai tubi di polietilene, fuoriesce gocciolando l’acqua. Questa manichetta si può stendere anche per centinaia di metri per annaffiare ad esempio piante fitte come i fagioli, ottenendo ottimi risultati.
Naturalmente, anche in questo caso vale quanto già detto per gli impianti con gli erogatori: si può inserire un programmatore per annaffiare nelle ore più adatte e per il tempo che riteniamo necessario e naturalmente, se la manichetta non è assai lunga, inserire un regolatore di pressione!
Questi metodi permettono una ottima irrigazione, senza consumare quantità eccessive di acqua e annaffiando nel momento più appropriato e soprattutto… senza farci stare a giornate con la gomma in mano: direi che non è poco!
Buon lavoro!