GLI ORTI DI SLOW FOOD
Chi volesse creare un orto a scuola facendo riferimento a Slow Food, può mettersi in contatto con:
Progetto Orto in Condotta Slow Food
Ufficio Educazione del Gusto
Tel. 0172/419.696
email: [email protected]
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Lev Nikolaevic Tolstoj amava il lavoro dei campi. Falciava, partecipava insieme ai figli al raccolto del grano, teneva di gran conto l’agricoltura. Ho trovato nei suoi Diari alcuni brani. Vorrei condividerli insieme a voi. Eccoli qui. (Pia Pera)
Mentre nell’orto le foglie frastagliate dei cardoni spuntano ammosciate dai fogli di giornale messi a mo’ di cappottino e i radicchi da rossi si sono fatti lividi quasi neri, è una bella soddisfazione ammirare subito fuori dalla porta di cucina, per nulla mortificato dai rigori di stagione, il cavolo nero (Brassica oleracea var. acephala).
Le liliacee si chiamano così perché la loro è la famiglia del giglio, in latino lilium. Sono fra i pochi ortaggi monocotiledoni. Mentre le piante dicotiledoni si sviluppano a partire dagli apici fogliari, le monocotiledoni si sviluppano a partire dalla base delle foglie, ovvero spingendo in fuori, e verso l’alto, le nuove foglie. Ecco qui i principali ortaggi di questa famiglia.
Le ombrellifere sono chiamate così per la forma a ombrella delle infiorescenze. Carota sedano e finocchio sono le più comuni nell’orto, ma la famiglia comprende anche il ginseng, la salsapariglia, le pastinache, il sedano rapa, il prezzemolo e la velenosa cicuta. Sono tutte lentissime a germinare, per questo, per non perdere di vista il punto dove le abbiamo seminate, è bene mescolare ai loro semi di ravanello, che sono invece di velocissima germinazione, e potremo cogliere quando carote e finocchi e tutti gli altri loro parenti avranno cominciato appena a spuntare.
Chiamate anche asteracee, le composite sono dette così a motivo dell’infiorescenza a capolino, formata ovvero da tanti piccoli fiori riuniti in moda da parere un unico fiore. Tra le composite più note troviamo la margheritina dei prati (Bellis perennis) e il girasole, come anche molte importanti piante da orto. Eccone alcune qui di seguito:
Prima di suggerire piante adatte al giardino naturale, una premessa: la potatura non è necessaria nelle piante ornamentali (mentre può essere un “male necessario” per le piante da frutto, per regolarizzarne la produzione), salvo piccoli interventi nel caso di ramificazioni disordinate o troppo esuberanti, per togliere le ramificazioni secche o risistemare una chioma danneggiata. Infatti una pianta si definisce ornamentale proprio perché ha una sua forma caratteristica; questa, se alterata con le potature, certamente verrebbe a mancare.
Anni fa mi trovavo a Petrella Guidi; Gianfranco Zavalloni mi telefonò per raccomandarmi di andare a conoscere Alberto Olivucci, presidente di Civiltà Contadina, nel suo bellissimo podere di San Leo, e, nella vicina Pennabilli, Gigi Mattei, per vedere l’orto da lui realizzato nel 2001 nella Scuola Media (oggi Secondaria di 1° grado) “Padre Orazio Olivieri”.
Le crucifere si chiamano così perché i loro fiori hanno quattro petali, motivo per cui ricordano una croce. Fra gli ortaggi, le crocifere più note sono la rucola, i cavoli e i ravanelli: lasciateli andare in fiore, e vedrete! I cavoli appartengono al genere Brassica.