L’orto d’autunno alla scuola “G.Segantini” di Asso (CO)
Stamane, il mio giorno libero, un bel mercoledi di sole e di mercato, sono stato a rivedere l’Orto di pace che da due anni curo presso l’Istituto Comprensivo “G.Segantini” di Asso.
Le scarpe mi si sono completamente inzuppate di rugiada, nessun cruccio: dopo la visita all’orto mi sono sentito fradicio di gioia, pieno di contentezza a scoppiarne.
Tantissimo verde; per descrivere la quantità di specie, selvatiche e coltivate che ci ho trovato occorrerebe avere la bravura del Manzoni in un suo splendido capitolo dei Promessi sposi allorquando dipinge mirabilmente un giardino abbandonato.
Chi l’ha detto che le “erbacce” siano brutte? e chi l’ha detto che la pulmonaria non possa condivedere spazio allegramente con i carciofi e l’achillea?
Le zucche strisciano sotto il mais e si arrampicano sulle leylandie del vicino con tanto di fiori e di bei pomi gialli e verdi appesi: sono festoni colorati. I fagioli hanno formato, col trespolo che ho fabbricato con mio figlio quest’estate, una sorta di casetta verde, i bimbi dell’asilo possono andare a nascondercisi, ora.
Ed è tutto in fiore, tutto che gronda serenità e bellezza:
I crisantemi si preparano a rivestirsi di colori che saranno una sorpresa anche per me: dono di amici dell’orto, i carciofi sono cresciuti e il loro verde ricoperto d’argento ricade, magico, tra le piantine di borragine e il basilico in seme.
Ci vogliono occhi, tanti occhi e tante narici, tante mani per abbracciare questo piccolo grande orto.
Piogge e vento, un mese di secco, la grandine del 17 luglio, venerdi, non ci sono riuscite ad averne ragione: forse l’han fatto più bello?
O forse, una regola valida di ogni orto o giardino è quella di abbandonarlo per un po’ e vedere che succede?
Non insegno più presso questa scuola, ma di già m’han detto che la maestra Giancarla ha portato i suoi pulcini, pardon, bambini, nell’orto ed io ne resto l’esperto. Parola grossa, baderò a che questo pezzo di terra attorno al faggio dia sempre tanti frutti e tante erbe, porterò altre essenze aromatiche, altri piccoli arbusti da siepe, altre varietà rare da coltivare.
Già la nostra scaiola, il mais della valle è cresciuta, ancora qualche pannocchia deve maturare e se ne sta quieta e corazzata nel suo guscio di paglia, le zucche saran pronte per Halloween, su tutto veglia il nostro spaventapasseri, un grosso corvo nero, finto, ai piedi, gli fa compagnia e veglia anche lui.
Io ci passerò ogni qualvolta mi sarà possibile, e accompagnerò ancora i bambini nelle nostre visite.
A presto, Orto di pace, arrivederci, rugiada, le mie scarpe non te nevogliono!
Teodoro Margarita
Le scarpe mi si sono completamente inzuppate di rugiada, nessun cruccio: dopo la visita all’orto mi sono sentito fradicio di gioia, pieno di contentezza a scoppiarne.
Tantissimo verde; per descrivere la quantità di specie, selvatiche e coltivate che ci ho trovato occorrerebe avere la bravura del Manzoni in un suo splendido capitolo dei Promessi sposi allorquando dipinge mirabilmente un giardino abbandonato.
Chi l’ha detto che le “erbacce” siano brutte? e chi l’ha detto che la pulmonaria non possa condivedere spazio allegramente con i carciofi e l’achillea?
Le zucche strisciano sotto il mais e si arrampicano sulle leylandie del vicino con tanto di fiori e di bei pomi gialli e verdi appesi: sono festoni colorati. I fagioli hanno formato, col trespolo che ho fabbricato con mio figlio quest’estate, una sorta di casetta verde, i bimbi dell’asilo possono andare a nascondercisi, ora.
Ed è tutto in fiore, tutto che gronda serenità e bellezza:
I crisantemi si preparano a rivestirsi di colori che saranno una sorpresa anche per me: dono di amici dell’orto, i carciofi sono cresciuti e il loro verde ricoperto d’argento ricade, magico, tra le piantine di borragine e il basilico in seme.
Ci vogliono occhi, tanti occhi e tante narici, tante mani per abbracciare questo piccolo grande orto.
Piogge e vento, un mese di secco, la grandine del 17 luglio, venerdi, non ci sono riuscite ad averne ragione: forse l’han fatto più bello?
O forse, una regola valida di ogni orto o giardino è quella di abbandonarlo per un po’ e vedere che succede?
Non insegno più presso questa scuola, ma di già m’han detto che la maestra Giancarla ha portato i suoi pulcini, pardon, bambini, nell’orto ed io ne resto l’esperto. Parola grossa, baderò a che questo pezzo di terra attorno al faggio dia sempre tanti frutti e tante erbe, porterò altre essenze aromatiche, altri piccoli arbusti da siepe, altre varietà rare da coltivare.
Già la nostra scaiola, il mais della valle è cresciuta, ancora qualche pannocchia deve maturare e se ne sta quieta e corazzata nel suo guscio di paglia, le zucche saran pronte per Halloween, su tutto veglia il nostro spaventapasseri, un grosso corvo nero, finto, ai piedi, gli fa compagnia e veglia anche lui.
Io ci passerò ogni qualvolta mi sarà possibile, e accompagnerò ancora i bambini nelle nostre visite.
A presto, Orto di pace, arrivederci, rugiada, le mie scarpe non te nevogliono!
Teodoro Margarita