IL GIARDINO DEI SEGRETI

di Penny Ritscher, edizioni Junior, 2002

Anche questo libro delizioso mi è stato prestato del prof. Alessandro Giannini dell’Istituto Agrario di Mutigliano di Lucca.

Ne cito alcuni brani:

“La vita in giardino è inutile nel senso che non è finalizzata a qualche scopo preciso. Non serva a qualcosa, semplicemente è. Essendo perfettamente inutile, diventa profondamente utile. Esce dalle logiche lineari e programmatiche, per inserirsi in una logica a grande respiro, nella logica degli imponderabili. Il giardino ci chiede di fermarci, di soffermarci.

La vita inutile in giardino è in realtà un laboratorio dell’intelligenza, o, meglio, delle intelligenze: dell’intelligenza percettiva, intuitiva, emotiva, sociale, estetica, cognitiva, creativa, pratica, corporea, motoria (…)

In giardino lo sguardo si allarga all’infinito ed all’infinitesimo. Sono spazi contemplativi, attimi fuggenti, punti fermi per vivere.”  P. 15

Mi ha colpita anche questa critica dei consueti, squallidi giardinetti scolastici:

“Uno spazio esterno grande, anonimo, vuoto e piatto non è un giardino per vivere, assomiglia di più a un cortile per l’ora d’aria dei carcerati. Provoca confusione, dispersione, agitazione, noia. Per arredarlo non basta inserirci una seria di attrezzature anche costose. Un giardino per l’infanzia non è una palestra all’aperto. Il giardino è – cioè, deve essere – un luogo articolati, accogliente, affascinante, pieno di ‘segreti’. P. 45

Prendo atto, io che amo tanto gli orti, della critica qui espressa:

“Come tipologia di proposta, l’orto  è una ‘Attività’, fa parte della programmazione didattica, richiede un atteggiamento propositivo e direttivo da parte degli adulti. L’orticello rappresenta, in un certo senso, una situazione anomala rispetto alla tipica vita in giardino. Non ha quel carattere ‘segreto’ del gioco libero, è più lineare, più razionale.”  P. 56

di Penny Ritscher, edizioni Junior, 2002

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