Preparare l’orto per le verdure… invernali!
Certo, la cosa può sembrare assurda: in piena primavera, mentre siamo tutti intenti a piantare pomodori, cetrioli, zucche e zucchine ed altre verdure estive, non viene certo in mente di pensare già al prossimo inverno!
Eppure, una di queste in particolare è opportuno seminarla già a partire dal mese di maggio.
Faccio riferimento ai cardoni (Cynara cardunculus subsp. cardunculus) che è opportuno, per le ragioni che sotto dirò, seminare già da ora.
A proposito della semente di cardone disponibile in commercio, sono da preferire senza dubbio le cultivar di dimensioni medio-piccole (le grandi sono poco maneggevoli) e quelle inermi (le spinose lasciano spesso brutti ricordi…).
Dopo qualche pioggia, che prima o poi si manifesta nel mese di maggio, si tracciano dei solchi nel terreno e vi si seminano i cardoni, anche piuttosto fitti, ricoprendoli leggermente; dopo 10-15 giorni si cominceranno a intravedere le plantule che, quando si saranno ulteriormente sviluppate (dopo 20-30 giorni) si provvederà a diradare, lasciando 1(a volte, anche 2) piante ogni 40-50 cm.
Si provvederà poi a rincalzare quelle rimaste che lasceremo successivamente abbandonate a loro stesse, senza altri interventi colturali se non quello di togliere eventuali infestanti. Le piantine, che nel frattempo avranno emesso un buon fittone, sopravvivranno tranquillamente anche nel caso di estati siccitose e anche in zone aride.
All’arrivo delle prime piogge tardo-estive, si risveglieranno rapidamente e altrettanto rapidamente inizieranno la loro crescita che porterà, nell’arco di 2 mesi, ad avere dei cardoni pronti per essere trattati per l’imbianchimento.
Vi sono anche altri metodi: infatti, alcuni preferiscono piantare le piantine alla fine dell’estate, ma spesso queste sono di difficile attecchimento e la successiva crescita non è poi così rapida da avere i cardoni pronti prima dell’arrivo del freddo.
Un altro lavoro importante è l’imbianchimento del cardone: con quale tecnica si può operare?
Ci sono due metodi, il primo si esegue abbastanza facilmente legando ben strinte le piante e fasciandole poi per ¾ con un film di plastica nera. Si avrà così un graduale imbianchimento che porterà, dopo 20-30 giorni, ad avere un prodotto pronto per il consumo. Questo metodo, che per la verità è molto più semplice del successivo, ha però il difetto di non poter essere utilizzabile che alla fine dell’autunno/inizio inverno perché, successivamente, non avendo le piante alcun riparo dal freddo, e inoltre, riempiendosi di acqua internamente, gelano e poi marciscono. Inoltre, sono di qualità organolettiche inferiori rispetto al trattamento successivo.
Il secondo trattamento si esegue quando si comincia a prevedere che arrivino le gelate. Si legano strinti i cardoni con almeno due legacci e poi si deve provvedere a… sotterrarli.
Si scavano trincee ai lati delle piante e poi, aiutandoci con il vanghetto, molto delicatamente, si inclina la pianta (badando bene a non rompere il fittone, altrimenti la pianta marcisce dopo poco tempo) e si sotterra per ¾ con la terra di risulta delle trincee. Si sotterrano inoltre in fila, uno sopra l’altro, in modo da favorire ulteriormente la loro protezione dal freddo.
In questo caso le piante di cardone sono riparate dalla terra che avremo messo sopra di esse, rimanendo comunque, seppur parzialmente, in vegetazione; dopo 20-30 giorni sarà possibile dissotterrare gradualmente le piante, ottenendo un prodotto ottimo, bianco e dolce, comunemente noto in Toscana come “gobbo”, proprio per l’aspetto che la pianta assume con questo trattamento; inoltre, si manterrà bene per tutto l’inverno, arrivando spesso quasi indenne fino all’inizio della primavera.
Quindi, seminiamo il cardone!
Angelo Lippi