Giorni fa mi trovavo a Parma dove alcuni attori bravissimi della compagnia Argante, Mirella Cenni e Paolo Briganti, hanno letto brani di Contro il giardino, il libro da me scritto insieme ad Antonio Perazzi. Angela Zaffignani, che aveva organizzato la manifestazione “Il verde si legge”, sapendo che mi avrebbe fatta felice, mi ha poi portata agli Orti sociali “Girasoli” di Parma.
Questi orti si trovano nella cosiddetta area di rispetto vicino al cimitero. Certa gente è strana! L’idea che ci siano i morti vicino li spaventa, così non mangiano gli ortaggi squisiti lì coltivati. Non sanno cosa perdono: gli orti sono bellissimi, ben tenuti, ci sono anche alcuni grandi alberi da frutta – un ciliegio stupendo e maestoso, in particolare, mi ha colpita – e alcuni piccoli edifici con cucina: perché lì agli orti sociali si va anche per stare insieme, chiacchierare, cucinare, giocare a carte o a tombola nelle giornate di pioggia. Ognuno ha il suo appezzamento, le aiuole sono rialzate e contenute con assi di ponteggio edile, come pali e recinzioni si usano vari materiali di recupero, e questo rende gli orti molto interessanti, quasi un esempio di arte povera.
Carlo Ottaviani, il simpaticissimo e affettuoso presidente attuale degli orti, mi ha raccontato che l’estate i nonni si portano dietro i nipotini, che vengono qui molto volentieri a leggere, fare i compiti estivi, a volte anche dare una mano nell’aiuola. C’è infatti una bella tettoia che dà ombra e ripara dalla pioggia. Qui abbiamo pranzato insieme ai corsisti che avevano appena terminato un corso di agricoltura biologica insieme a un paesaggista molto bravo di cui purtroppo ho perso nome e indirizzo: speriamo si faccia vivo lui!
Spero di ricevere presto notizie di prima mano da questo bellissimo orto sociale: purtroppo mi sono accorta che molti hanno una certa riluttanza a scrivere dei loro orti, come se raccontare queste semplici cose fosse poi tanto difficile. A me non pare, a voi?
Pia Pera