Sono trenta ettari, e stanno aumentando, i terreni sui quali i cittadini della terra di Valdambra, in provincia di Arezzo, costruiscono i loro orti spontanei.
Per la prima volta è stato chiesto loro di raccontare perchè lo fanno, quali sono le attese per il futuro, cosa gli serve.
Le interviste e le fotografie hanno fatto parte di un progetto all’interno di Rural Med 2, una ricerca Europea sulla ruralità mediterranea che si è completata nel 2008. Il progetto della Valdambra, all’interno della ricerca Toscana con altri 13 partner, aveva per titolo ”l’agricoltura degli orti e dei piccoli campi”.
Così, noi dell’Associazione per la Valdambra, che ci occupiamo di sostenibilità partecipata nelle trasformazioni che riguardano la valle, siamo entrati in contatto con questo mondo variegato ed abbiamo messo su un concorso annuale: ” orto meraviglioso “. Non è un vero e proprio concorso, ma un’occasione per capire dall’interno lo “stile” di ciascun orto e per mettere insieme e far scambiare le impressioni a coloro che coltivano.
Nel 2006 ci siamo limitati a descrivere le colture, ma, poiché erano quasi tutte eguali, il secondo anno abbiamo personalizzato ciascun orto, in modo che ognuno riconoscesse il suo.
Ogni anno si iscrivono in circa cinquanta e se ne premiano 10. l’occasione è, però quella di una mostra alla fine della quale ognuno si porta a casa il suo poster e lo confronta con quello dell’anno precedente.
Abbiamo capito alcune cose:
la produzione di verdure non è fatta per la vendita, ma mantiene tutto l’anno oltre il 50% delle persone che abitano la Valdambra perchè il produttore regala il prodotto a parenti ed amici.
Ci sono poche persone giovani che si occupano della coltivazione, ma è divenuta ormai tradizione che il lavoratore di un nucleo familiare prossimo alla pensione compri un pezzo di terra che coltiverà prima possibile. Anche gli stranieri prendono in affitto piccoli appezzamenti.
Ad Ambra, una frazione del comune di Bucine, nel centro urbano, invece dei giardini vi sono in prevalenza…orti coltivati da tutta la famiglia.
Molte persone fanno i semi di anno in anno e c’è chi si fa anche il concime da sé, in minuscole concimaie: si scambiano i semi di qualità diverse che vengono dalla Romania e dall’Albania: certi zucchini lunghissimi o un cespuglio che ha capacità rilassanti. Un nonno che coltiva ancora aveva varietà di pomodori da trenta anni.
Vi sono orti “colti“ cioè fatti da persone che vogliono improntare il loro appezzamento ad un valore estetico. Molti coltivano fiori insieme alle verdure. Alcuni hanno orti immensi con sei o sette varietà di fagioli (il famoso fagiolo zolfino che si coltiva nel Valdarno), di pomodori, di insalata, di peperoni. Una persona che ha l’azienda agrituristica lascia aperto il cancello perchè i turisti possano raccogliere ogni giorno quello che vogliono.
Una questione ancora insoluta è quella dei servizi all’orto: capanne, acqua, contenitori.
Se avete idee da sottoporci possiamo avviare un dibattito su questo.
I valori da conservare e da scambiare in questa situazione sono:
La libertà e la varietà delle esperienze che è cosa diversa da una irreggimentazione tutta uguale di orti urbani. Questi piccoli appezzamenti devono mantenere i loro stili ed i loro siti, ma devono migliorare la qualità dei manufatti accessori: cioè devono mantenere la loro biodiversità.
I coltivatori si devono scambiare opinioni ed essere valorizzati come creatori di paesaggio ed è quello che ci sforziamo di fare dando sempre più corpo al primo nucleo dell’ “orto meraviglioso “.
Una rete di esperienze è, quindi, molto utile: quest’anno, perciò, vorremmo iniziare a descrivervi in modo capillare qualcuno dei nostri orti e riportare nella nostra festa qualche vostra esperienza.
Le interviste e le fotografie hanno fatto parte di un progetto all’interno di Rural Med 2, una ricerca Europea sulla ruralità mediterranea che si è completata nel 2008. Il progetto della Valdambra, all’interno della ricerca Toscana con altri 13 partner, aveva per titolo ”l’agricoltura degli orti e dei piccoli campi”.
Così, noi dell’Associazione per la Valdambra, che ci occupiamo di sostenibilità partecipata nelle trasformazioni che riguardano la valle, siamo entrati in contatto con questo mondo variegato ed abbiamo messo su un concorso annuale: ” orto meraviglioso “. Non è un vero e proprio concorso, ma un’occasione per capire dall’interno lo “stile” di ciascun orto e per mettere insieme e far scambiare le impressioni a coloro che coltivano.
Nel 2006 ci siamo limitati a descrivere le colture, ma, poiché erano quasi tutte eguali, il secondo anno abbiamo personalizzato ciascun orto, in modo che ognuno riconoscesse il suo.
Ogni anno si iscrivono in circa cinquanta e se ne premiano 10. l’occasione è, però quella di una mostra alla fine della quale ognuno si porta a casa il suo poster e lo confronta con quello dell’anno precedente.
Abbiamo capito alcune cose:
la produzione di verdure non è fatta per la vendita, ma mantiene tutto l’anno oltre il 50% delle persone che abitano la Valdambra perchè il produttore regala il prodotto a parenti ed amici.
Ci sono poche persone giovani che si occupano della coltivazione, ma è divenuta ormai tradizione che il lavoratore di un nucleo familiare prossimo alla pensione compri un pezzo di terra che coltiverà prima possibile. Anche gli stranieri prendono in affitto piccoli appezzamenti.
Ad Ambra, una frazione del comune di Bucine, nel centro urbano, invece dei giardini vi sono in prevalenza…orti coltivati da tutta la famiglia.
Molte persone fanno i semi di anno in anno e c’è chi si fa anche il concime da sé, in minuscole concimaie: si scambiano i semi di qualità diverse che vengono dalla Romania e dall’Albania: certi zucchini lunghissimi o un cespuglio che ha capacità rilassanti. Un nonno che coltiva ancora aveva varietà di pomodori da trenta anni.
Vi sono orti “colti“ cioè fatti da persone che vogliono improntare il loro appezzamento ad un valore estetico. Molti coltivano fiori insieme alle verdure. Alcuni hanno orti immensi con sei o sette varietà di fagioli (il famoso fagiolo zolfino che si coltiva nel Valdarno), di pomodori, di insalata, di peperoni. Una persona che ha l’azienda agrituristica lascia aperto il cancello perchè i turisti possano raccogliere ogni giorno quello che vogliono.
Una questione ancora insoluta è quella dei servizi all’orto: capanne, acqua, contenitori.
Se avete idee da sottoporci possiamo avviare un dibattito su questo.
I valori da conservare e da scambiare in questa situazione sono:
La libertà e la varietà delle esperienze che è cosa diversa da una irreggimentazione tutta uguale di orti urbani. Questi piccoli appezzamenti devono mantenere i loro stili ed i loro siti, ma devono migliorare la qualità dei manufatti accessori: cioè devono mantenere la loro biodiversità.
I coltivatori si devono scambiare opinioni ed essere valorizzati come creatori di paesaggio ed è quello che ci sforziamo di fare dando sempre più corpo al primo nucleo dell’ “orto meraviglioso “.
Una rete di esperienze è, quindi, molto utile: quest’anno, perciò, vorremmo iniziare a descrivervi in modo capillare qualcuno dei nostri orti e riportare nella nostra festa qualche vostra esperienza.
Ricciarda Malaspina, per www.valdambra.org
Dopo l’articolo generale sugli orti della Valdambra vorrei presentare dei piccoli appunti su qualche orto speciale.
Circa a metà settembre faremo anche quest’anno un incontro con gli “ ortolani “ e distribuiremo ai vincitori i semi biologici degli “ agricoltori custodi del Valdarno “.
Il nostro sito www.valdambra.org, purtroppo non è ancora aggiornato per……difficoltà tecniche! Spero lo sarà fra breve.
L’orto di Virgilio
In mezzo agli olivi sotto il paese di S. Leolino, sulle colline del Chianti, vi è una grande radura accanto alla casa del contadino Virgilio, dove vengono tanti ospiti in estate e a Natale e dove la colazione della mattina si fa con prosciutto, salame, vino, verdura, frutta: tutte di Virgilio.
Gli ospiti possono raccogliere e portare nei loro alloggi i prodotti dell’orto nella radura degli olivi.
Nella stagione adatta vi sono sei qualità di fagioli, compreso lo Zolfino che cresce solo in Valdarno.
I pomodori sono di quattro qualità e le melanzane di tre. Ma vi si coltivano cipolle enormi e succose, adatte a fare sulla brace e, poi, tutte le erbette, i sedani, i cocomeri e i poponi che serpeggiano ai lati dell’orto e i cui frutti occhieggiano nella densa vegetazione.
Virgilio raccoglie, raccoglie, ma invita anche a raccogliere e poi porta i suoi prodotti agli amici e conoscenti e alla gente di S. Leolino.
Guai se glieli vuoi pagare! Lui lo fa solo per passione e, anche, perchè dalla Germania, dall’Inghilterra, dalla Francia, dall’Italia vengono di anno in anno gli ospiti e riempiono le case , la piscina e il campo di bocce: Lui va orgoglioso di questa ospitalità e fa da anfitrione.
Fra alcune querce che ha conservato quando ha bonificato il campo di olivi, che era abbandonato, ha messo alcuni macigni trovati ed alcune panchine per fermarsi a godere la vista delle colline e dell’orto.
Ricciarda Malaspina per l’Associazione per la Valdambra