Pia Pera
Giardino & Ortoterapia
Coltivando la terra si coltiva anche la felicità
Due passi in giardino, cesoie alla cintola. Qui un rametto da potare, là una zucca da legare. Sugo di more mature, velluto di pesche e albicocche. Uno spazio di verde si apre nell’anima, un bisogno prepotente che ci spinge a cercare altri spazi, luoghi fisici in cui ripetere quei gesti così efficaci: dissodare, piantare, annaffiare, potare. Un mondo intero di cui prendersi gioiosamente cura: che sia un incolto in cui lanciare manciate di semi o un giardino anche di soli vasi, un terreno abbandonato cui permettere di diventare bosco o una siepe dove ospitare uccelli, un orto fiorito da cui farsi nutrire. Filosofi e pensatori contemporanei hanno concepito e promosso la cura del giardino per restituire al mondo la sua anima vegetale, senza cui nessun animale potrebbe sopravvivere. Pia Pera, scrittrice e giardinera appassionata, racconta come riconnettersi alla rete della vita, ristabilire il corpo a corpo con la natura, attraverso semplici gesti d’affetto verso al terra e le sue creature.
GIARDINO & ORTO, LA TERAPIA DELLA NATURA:
Lavorare la terra, scioglierla e alleggerirla, è come trasformare la mente, farne un terreno da cui strappare, prima che radichino in profondità, stati d’animo distruttivi. Piccoli giardinieri trasformano la scuola in qualcosa di vivo di cui prendersi cura. Negli orti sociali, i Marcovaldo di tutto il mondo ritrovano il cuore vivo della città. Non occorre possedere un pezzetto di terra: basta un balcone, un davanzale, per sentirsi custodi del grande giardino planetario.
«Tra le piante si prova la sensazione di avere trovato con estrema facilità il nostro posto al mondo. Di trovarci esattamente dove dovremmo essere. Che questo avvenga per la più primordiale delle complementarità, quella tra animale e pianta? Tra creature opposte, che si nutrono l’una del respiro dell’altra? Non saprei. Ma l’importante è questo: funziona». Pia Pera
Pia Pera ha scritto di natura, paesaggio e giardino in L’orto di un perdigiorno (TEA), Il giardino che vorrei (Electa), Contro il giardino (Ponte alle Grazie). Nel marzo 2006 ha ideato www.ortidipace.org, polifonia orticola intesa come sostegno a chi voglia passare dalla voglia di fare al fare. Ha tradotto La vita dell’Arciprete Avvakum (Adelphi), Evgenij Onegin di A.S. Puškin (Marsilio), Il giardino segreto di Frances H. Burnett (Salani) di cui ha realizzato un adattamento teatrale con Lorenza Zambon. Collabora con Gardenia, Internazionale e Il Sole 24 Ore. Vive tra un giardino di collina e un orto di montagna, in Lucchesia.
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