Hanno bisogno d’acqua le ortensie, ma anche l’umidità della notte, la rugiada, se sono in piena terra o almeno la loro fioriera è grande ed è stata ben preparata, ce la fanno. Se stanno all’ombra, riescono a risollevarsi, abbassare le orecchie è solo uno stratagemma per preservare intima freschezza.
Ieri sera, troppo stanco per il viaggio, ho dato acqua solo alle piante nei vasi più piccoli, non ho potuto innaffiarle ma le vedo, dalla veranda, le vedo e stanno bene. Bisogna osservare innanzitutto quanto ci è più vicino. E sono felice che stiano bene. Prima di partire, le ho innaffiate per bene, nonostante il caldo, le giornate sono accorciate, ed ha anche piovuto, poco. E stamani, 3 settembre, è grigio.
Voglia di scendere giù e di meravigliarmi per la bellezza dell’orto, per la magia di tante piccole, grandi vive e verdi sorelle che crescono, fioriscono, fruttificano. Sono pieno di gioia. Certamente è così. Non siamo soli. Se Alain Hervé ha scritto” io credo nelle piante perché loro credono nella vita” per me, per tanti è altrettanto. Non siamo soli, noi che custodiamo semi, noi che coltiviamo, non siamo soli. Non lo saremo mai.
I Romani avevano una decima Musa, una Musa del Silenzio, si chiamava Tacita, e proteggeva la riservatezza. Le piante, credo, debbano esserle tutte dedicate.
Teodoro Margarita