Orti condivisi e terapeutici

DA CASCINA BOLLATE

La newsletter è sempre la stessa, cambia l’impaginazione.

Speriamo che continui a piacervi!

[La Vispa Teresa] Non per essere bucolici e una volta tanto neanche difensori ad oltranza delle piante spontanee o delle vagabonde: semplicemente per ottimizzare il lavoro in giardino o in terrazzo e per investire in beni-rifugio una volta arrivati a quella fase in cui, oltre al gridolino “oh, è arrivata la primavera” (come ogni anno, finché dura), ci si guarda intorno e si vede molta verzura, molte piante che puntano, parecchi germogli ma il tutto è lontano anni luce da quell’esplosione di vegetazione, di colori, di fiori e di profumi cui pare tutti agognino. Dimentichi del fatto che la primavera dura qualche settimana e poi per mesi un caldo assassino metterà in pericolo piante, giardini e equilibrio psicofisico di molta parte dell’umanità. Geum urbanum, Geranium robertianum, Symphytum officinale, Ranunculus bulbosus, Bellis perennis, Ajuga reptans, Alliaria petiolata e Galium odoratum sono le piante che, in questo inizio di primavera, se solo smettete di strapparle e le lasciate libere di crescere e di colonizzare gli spazi danno una botta di vitalità al giardino, vi riconciliano con la vita anche quando piove e finalmente giustificano quel gridolino garrulo che certifica un’ovvietà: è arrivata la primavera. Con i primi caldi scompariranno quasi del tutto e non turberanno l’esistenza del solito armamentario che avete nei vasi o in giardino. Il meccanismo è sempre il solito: non lo conosco quindi lo elimino, non si sa mai che intacchi un equilibrio consolidato (?). Geum urbanum è parente prossimo di G. coccineum e di tanti altri Geum. Rispetto ai più nobili cugini, si stabilizza meglio nei giardini e dura nel tempo: Erba benedetta la chiamavano nel Medioevo per via che si pensava tenesse lontani gli spiriti maligni. Metti che funzioni anche adesso… Consolida maggiore (Symphytum officinale) viene usata in farmacopea e in cucina. Ranunculus bulbosus e Bellis perennis (m’ama o non m’ama?) fanno la parte del leone nei prati anno dopo anno, se solo avete l’accortezza di non farvi abbagliare dal desiderio di un green e aspettate che vadano a seme prima di tagliarli. Alliaria petiolata è profumata come l’aglio (per chi lo ama) ma più digeribile e si usa in insalate e nelle minestre. E infine le foglie di Galium odoratum, o Stellina odorosa, lasciate seccare, profumano di fieno la casa. E non date retta a chi obietta che hanno un odoraccio di cimice: parlano tanto per parlare.

Adesso che sapete i nomi, forse la prossima volta che le vedrete saprete che c’è spazio anche per loro in giardino. Speriamo.

Morale: sarebbe bene guardare le piante senza pensare obbligatoriamente al fatto che non le avete scelte, non le avete volute e nemmeno le avrete comperate in un vivaio, per l’ottimo motivo che non sono in catalogo e neppure in vendita. E senza cadere nel tranello di nescio ergo eradico (non conosco e quindi strappo), con buona pace di cogito ergo sum. E se proprio non ce la fate a convivere con ospiti sconosciuti, consolatevi pensando che stanno per arrivare le aquilegia, l’erba cipollina e le scille e sfioriscono gli ellebori, i tulipani e i narcisi.

Ma che ve lo dico a fare? Quelli hanno un nome e cognome, li sapete distinguere e quindi non li strapperete. Ma forse le foglie appassite di narcisi e tulipani, sì: e mal ve ne incoglie…

[Libri da sfogliare, libri da leggere] Soprassediamo su quelli da sfogliare: belle piante, belle fotografie, bei giardini (non sempre). Gli scaffali delle librerie ne sono stracolmi, stanno nella sezione giardinaggio che è quasi sempre vicina a quella di cucina, bricolage, animali, fitness. Si respira aria di economia domestica, la materia che nelle scuole medie del XX secolo era destinata a piccole donne crescono (per diventare in futuro casalinghe parsimoniose e mogli perfette, ma non abbastanza da sottrarsi a qualche ceffone ben dato, con ogni probabilità). Cuochi, bricoleur, giardinieri di tutto il mondo unitevi! Il cibo è una questione esistenziale oltre che politica (cfr. rapporto FAO sullo stato della sicurezza alimentare e della nutrizione nel mondo), l’intelligenza delle mani è ben più dell’apologia dell’artigianato e per essere un giardiniere planetario non bastano vanga, cesoia e rastrello. Leggere qualche libro aiuta.

Sull’ombra non ovvia: Sima Eliovson South African Wild Flowers for the Garden ed. Howard Timmins Cape Town, 1955

“L’ombra è il mezzo attraverso cui le piante conservano

l’umidità e prevengono la perdita d’acqua per evaporazione. Imitiamo la natura e scopriamo che non sono solo le fronde di un albero a fare ombra in giardino. Meno ovvia, per le piante che crescono sui fianchi di una montagna, è l’ombra che la montagna stessa fa, mentre il sole sorge o tramonta dietro di essa. Anche i massi nel terreno forniscono ombra alle piccole piante che cercano un luogo fresco per le radici sotto le rocce mentre i fiori svettano al sole.”

Sulla potatura delle siepi: Christopher Lloyd Il giardino e le stagioni ed. Mondadori, 1989

“Per mantenersi in ottima salute, la siepe deve avere uno spessore maggiore alla base per restringersi gradualmente verso l’alto. La pendenza così prodotta consente alla luce di raggiungere anche i rami più bassi che possono così crescere bene come quelli della cima. (…) Mio padre, in un libro pubblicato nel 1925 scrisse che le siepi di tasso devono avere una pendenza di 5/10 cm per ogni 30 di altezza.”

Per i numerosi detrattori dei piccioni: Eva Mameli Calvino e Mario Calvino 250 quesiti di giardinaggio risolti ed. Donzelli, 2011

“Il guano di piccione è un buon concime. Va usato però con parsimonia. Si stratifica con terra e con ceneri di legna, in luogo riparato dalla pioggia. Dopo un anno si passa la mescolanza alla griglia e si ottiene un ottimo terriccio. È anche utile per i rinvasi. Messo a macerare per 3 giorni nell’acqua (nella proporzione di 1 a 30) si può usare anche come concime liquido.”

Sugli Aster: Vita Sackville West Un giardino per tutte le stagioni Franco Muzzio Editore, 1991

“Dubito che qualcuno possa sentirsi emotivamente attratto dai settembrini. Il meglio che si possa dir di loro è che sono indispensabili. (…) Ero preoccupata per l’altezza disordinata che stavano raggiungendo: sapevo che avrebbero dovuto essere sostenuti o fissati in alto, ma come si poteva trovare il tempo per farlo? Poi arrivò un visitatore (NdR: il giardino di VSW a Sissinghurst è aperto al pubblico) che, gentilmente sprezzante, disse: certo lei saprà che dovrà passare le cesoie sugli Aster al principio di luglio (NdR: nei nostri climi a giugno) tagliandoli fino a 40/60 cm da terra. Crescerebbero gagliardi e robusti. Invece che lunghissimi e sgraziati.”

Si legge per imparare. E si legge “per un infinità di motivi: per non lavorare o perché fuori piove” (da: Una lezione d’ignoranza, lectio magistralis tenuta da Daniel Pennac in occasione del conferimento della laurea ad honoris in pedagogia all’Università di Bologna, 2013).

[Prossimamente, forse] Vinca difformis ssp. sardoa è stata trovata da una plantswoman volontaria a Cascina Bollate (ma quanto siamo fortunati?) in un giardino segreto di Venezia e chiesta con garbo alla giardiniera veneta per farne talea. Confessiamo che non va sempre così e a volte sottraiamo con destrezza qua e là qualche rametto o qualche propaggine: per ora la talea non è ancora reato, per nostra fortuna.

Vinca difformis verrà moltiplicata in vivaio e se tutto va bene l’anno venturo sarà in catalogo.

E giacché questa newsletter è praticamente un copia e incolla di buone letture, ecco cosa dice Graham Stuart Thomas.

“Molte persone non si rendono conto di quanto sia difficile per un vivaio avere una buona scorta di piante da vendere. Il meteo, l’errore umano e la domanda irregolare sono tutti fattori che giocano a sfavore. Se vengono vendute troppe piante di una specie o di una varietà ogni anno, potrebbero volerci due o più anni prima che le scorte siano nuovamente disponibili (…) Le piante migliori, le vecchie varietà e le specie, sono difficili da trovare. Ma qualunque cosa facciamo, dobbiamo continuare a richiederle, per sostenere la domanda e mantenerle in commercio, per quanto frustrante possa essere non trovarle quasi e quasi mai nel numero che vorremmo.”

Con Vinca difformis ssp. sardoa cercheremo di venir incontro ai desideri del celebrato ed erudito plantsman inglese, ancorché scomparso nel 2003. O almeno ci proveremo, anche ci volesse un medium.

Il VIVAIO a maggio

è aperto,

MA NON SEMPRE

Infatti, il 7 e il 9 maggio il vivaio è chiuso perché siamo a

Orticola. 
Ci tocca e tocca anche a voi, vi aspettiamo!

Ci trovate allo stand n.36 – Giardini Pubblici Indro Montanelli

Entrate: da via Palestro, piazza Cavour e via Manin 2, Milano

Orari: giovedì 8 maggio ore 15,00-19,00 e da venerdi 9 a domenica 11 ore 9,30-19,30 – Info: https://www.orticola.org

Promemoria per il resto del mese

Il vivaio è aperto mercoledì e venerdì pomeriggio dalle 14 alle 18 (ultimo ingresso alle 17). Si entra solo allo scoccare dell’ora! Quindi alle 14/15/16 e alle 17 troverete un volontario di Cascina Bollate che vi aspetta all’ingresso. E ci siamo anche l’ultimo sabato, il 31 maggio con ingresso alle ore 10/11/12 (ultimo orario possibile). Il vivaio chiude alle 13.

Non è necessaria alcuna autorizzazione per entrare, ma un documento valido sì. E qualche precauzione: ecco quale.

La newsletter finisce qui per quasi tutti.

A meno che qualcuno sia in cerca di idee per

davanzali e balconi.

Nel caso, basta leggere qui sotto.

Il Kit DI APRILE

Metti che ci sia sul balcone qualche vaso vuoto ma non sai cosa farne, metti che navigare on line sì ma solo se è indispensabile, metti che vedere due-fiori-due e magari qualche bacca potrebbe essere un piacere. E che occuparsene un po’ un modo gradevole per passare il tempo. Metti che Cascina Bollate proponga 3 piante che insieme possono funzionare e che magari facciano anche venir la voglia di continuare.

Perché no?

ACQUISTA

“15 ottobre – Che dire se un giorno le cose naturali — fonti, boschi, vigne, campagna — saranno assorbite dalla città e dileguate, e s’incontreranno in frasi antiche? Ci faranno l’effetto dei theoi, delle ninfe, del sacro naturale che emerge in qualche verso greco. Allora la semplice frase «c’era una fonte» commuoverà.”

(Cesare Pavese ‘Il mestiere di vivere’ Einaudi, 1952)


CI SENTIAMO TRA UN MESE.

GRAZIE DI AVER LETTO FINO A QUI.

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Siamo il vivaio nel carcere di Bollate a Milano.

Cascina Bollate è una cooperativa sociale in cui lavorano giardinieri liberi e giardinieri detenuti che imparano un mestiere che dà un senso alla loro pena, finché sono dentro e una chance al loro futuro, quando usciranno. Perché imparare un lavoro in carcere è un buon modo per non tornarci più.

www.cascinabollate.org