Quanto si sfalcia a primavera! Ho cominciato questa settimana a tracciare i sentierini col tosaerba, in modo da avere percorsi nel fieno che amo lasciare alto. Ma l’erba appena falciata, mica la butto via!
Mica la uso per la compostiera e basta! La raccolgo, e la spargo nell’orto là dove la terra resterebbe scoperta. Lungo le file di piantine, lungo i solchi dove ho seminato, e soprattutto, in dosi più consistenti, nei vialetti tra le aiuole, così quando passo e gravo con tutto il mio peso, la terra si schiaccia in modo meno brutale, non fa quella crosta tanto triste, e le erbe spontanee hanno davvero vita dura: difficile farsi strada da sotto quella coltre. L’erba appena falciata di primavera è una copertura meravigliosa: morbida, sottile, è ancora priva di semi, quindi si comporta come una sorta di concime verde che nutre della sua clorofilla e della sua soffice biomassa il terreno, senza infestarlo di erbe spontanee.
Un accorgimento che intendo sperimentare per mantenere tutta buona la terra dell’orto è questo: coprire di uno strato il più alto possibile di erba falciata di fresco i vialetti di passaggio, e la stagione dopo invertire i ruoli. In questo modo la terra coltivata l’anno prima si gode il giusto riposo e buona copertura, mentre la terra che si è riposata ed è stata intanto ammorbidita con l’erba di sfalcio entra in produzione ben rinnovata.
Pia Pera, 31 marzo 2008