Letture

SEMINE D'AUTUNNO

I fiordalisi (Centaurea cyanus)  occhieggiavano un tempo nei campi di grano ma anche nel fieno, poi sono quasi scomparsi lasciandoci orfani dell’incanto di quell’oro e quell’azzurro accostati. Nel mio podere trovo fiori di ogni genere, ed erbe, eppure del fiordaliso vero, non delle varie Centaurea sue parenti, nemmeno l’ombra. Così quest’autunno mi sono decisa a  seminarli

nella speranza che diano poi buoni semi che, sparsi in giro non so se dal vento o dagli uccelli, si naturalizzeranno. Il fiordaliso è pianta annuale, e va seminato di preferenza d’autunno. Ho scelto tre postazioni spero strategiche: un’aiuola protetta da un recinto di bosso, una zona sgombra della bordura mista, e – molto più a rischio – il margine del campo aperto con la sua folta pelliccia erbosa. Qui, oltre ai fiordalisi, ho sparso un miscuglio di fiori selvatici annuali e perenni, per arricchire le fioriture già belle e variate del mio podere dove, proprio per favorire la vita delle specie spontanee, sfalcio solo due volte all’anno, e mai tutto in una volta, così da dare una possibilità di vita  e riproduzione al numero più vasto possibile di specie. Ecco cosa ho seminato, insieme ai fiordalisi: Allium carinatum pulchellum, Anthemis arvensis, Anthoxanthum odoratum, Briza media, Bromopsis erecta, Buphtalmum salicifolium, Campanula glomerata, Cirsium pannonicum, Consolida regalis, Dianthus sanguineus, Festuca rubra, Filipendula vulgaris, Galium verum, Globularia punctata, Hieracium pilosella, Knautia illyrica, Legousia speculum-veneris, Leucanthemum vulgare, Matricaria recutita, Papaver hybridum, Papaver rhoeas, Petrorhagia saxifraga, Ranunculus bulbosus, Rhinanthus freynii, Salvia pratensis, Scabiosa triandra, Thymus pulegioides, Trifolium rubens, Verbascum phoenicium. Li ho trascritti in ordine alfabetico dalla bolla di accompagnamento dei semi, che ho acquistato per corrispondenza da SemeNostrum (www.semenostrum.it) dopo avere descritto per telefono a Elisa Tomat terreno e clima del mio podere. Alcune varietà già le avevo, altre sono nuove, sarà un divertimento, a primavera, vedere cosa è spuntato e cosa no, identificare le piante con cui ancora non sono familiare, scartabellando il mio libro di fiori spontanei mentre mi aggiro, a capo chino, nel campo.
Per spargerli meglio, ho mescolato i semi alla sabbia. Poi, a semina avvenuta, sono passata col tosaerba per proteggere i nuovi semi con un sottile strato d’erba. Lo so, lo so, un modo più sicuro sarebbe stato di spellicciare e preparare il terreno: ma io non ho macchine, e fare tutto con la zappa mi faceva troppa fatica! Così, ho lasciato un po’ al caso, proprio come fanno il vento e gli uccelli. Se si rivelerà un fallimento completo, l’anno prossimo spelliccerò un pezzo di campo (col dispiacere però di sterminare le spontanee che già ci sono) e ordinerò altre bustine di semi: bisogna pure far guadagnare queste piccole aziende coraggiose che conservano e diffondono i semi di piante spontanee sempre più a rischio di estinzione!
Pia Pera