In tempo di Covid19, si è presa coscienza dell’importanza di attività svolte in un ambiente sano, salubre ed “open air”.
La didattica scolastica non fa eccezione ed il volume “Linee guida per la creazione di un prato fiorito nel giardino della scuola” è un esempio che guarda in questa direzione.
L’Istituto di ricerca sugli ecosistemi terrestri del Cnr di Pisa (Cnr-Iret) ha pubblicato questo prezioso e semplice vademecum dove i protagonisti sono i fiori selvatici che possono essere coltivati nei giardini scolastici.
Il prato fiorito è un piccolo ecosistema che diventa un “laboratorio all’aria aperta” per gli alunni delle scuole che hanno così l’opportunità di partecipare a tutte le fasi dell’impianto, dalla preparazione del terreno alla semina, seguire le diverse fasi delle piante, dall’emergenza alla fioritura, osservare la fauna attratta dalla vegetazione e studiare le dinamiche ecologiche e le reti trofiche.
Le specie più adatte per la semina del prato sono i fiori di campo, come il papavero, il fiordaliso, il crisantemo, la bocca di leone, i trifogli, tutte specie annuali che compiono il ciclo in perfetto tempismo con la durata dell’anno scolastico.
Si seminano in ottobre e in maggio – giugno si possono raccogliere i semi, per ripetere l’esperienza l’anno successivo.
Queste specie sono un importante anello nella rete trofica perché sono visitate da insetti impollinatori e in cerca di nettare e quindi costituiscono un habitat naturale.
Inoltre i fiori di campo sono evocativi della natura e della ruralità e fanno parte della cultura popolare.
Lo spunto per attività creative, come disegnare e creare composizioni scritte, diventa poi la naturale conclusione delle diverse osservazioni.
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