L’ubicazione del nostro orto, all’interno della città, è in area periurbana a 15 km da Milano. Come si può immaginare, il panorama che lo circonda non è bucolico.
Da sempre si coltivano ortaggi e si allevano alberi da frutto necessari al fabbisogno della famiglia e dei nostri polli e conigli (anche loro per stare bene devono alimentarsi bene, questo pensiero rientra nel contesto filosofico dei nonni) ricavandone anche ottime salse e confetture.
Un orto dove non si conoscono fitofarmaci e tutto lo si cura al naturale con i tempi dettati dalla natura. Il concime è composto da letame di cavallo del vicino maneggio e mescolato con il giusto equilibrio alle deiezioni di polli e conigli e all’humus prodotto nel nostro lombricaio; ci sono anche la casa per i bombi e api selvatiche per l’impollinazione,
Dopo anni di delega ai nonni della produzione orticola, da quest’anno noi figli, con nipoti e amici, abbiamo iniziato un primo approccio al lavoro “sul campo”.
Abbiamo allestito un semenzaio da un locale vuoto e abbiamo iniziato a studiare i cicli della luna, il ruolo dei Santi del calendario nella semina, le caratteristiche degli ortaggi e tutto quello che gli ruota attorno per un’eccellente e gustosa produzione.
Quello che più ci ha colpito è come si trasforma la visione del mondo nel momento in cui si calzano gli stivali e si cammina nella terra e la si tocca con le mani, la si mette nei vasi, si manipolano i semi e si butta il concime sulle prose (o prese, come localmente definiscono gli spazi nell’orto coltivati e divise dai sentieri).
Ci siamo resi conto, in un comune scambio di idee, che la natura, non ostante sia spesso maltrattata dall’uomo, ha sempre voglia di seguire il suo corso, soprattutto di mantenere i suoi tempi e ritmi. Un piccolo seme interrato si vede spuntare dopo giorni e cercare di crescere a prescindere da quanto avviene tutto intorno. La riflessione è andata oltre e ci ha portato a constatare la differenza dei valori fondamentali che le generazioni percepiscono.
Per molti anziani il rapporto rispettoso con la terra è quasi una forma di simbiosi e quello che l’orto e il giardino ripaga con i prodotti è visto come un dono e sicuramente alcuni valori di rispetto, amore e conoscenza per la terra non vi è dubbio che vanno recuperati e trasmessi.
Una cosa è certa, questa esperienza, iniziata da poco, ci ha messo in condizioni di sentirci spogli nell’ ignorare quelle conoscenze semplici ma fondamentali che si sono tramandati i nonni, e quanto dobbiamo lavorare per recuperare questo patrimonio che sino a ieri ci era indifferente.
Questo percorso ci sta affascinando e sicuramente questo fascino, che circonda l’orto ed il giardino, ci ha stregati e ci stiamo dedicando buona parte del tempo liberato dagli impegni quotidiani con la voglia di crescere velocemente…anche se in questo caso i tempi li detta la natura.
Un orto dove non si conoscono fitofarmaci e tutto lo si cura al naturale con i tempi dettati dalla natura. Il concime è composto da letame di cavallo del vicino maneggio e mescolato con il giusto equilibrio alle deiezioni di polli e conigli e all’humus prodotto nel nostro lombricaio; ci sono anche la casa per i bombi e api selvatiche per l’impollinazione,
Dopo anni di delega ai nonni della produzione orticola, da quest’anno noi figli, con nipoti e amici, abbiamo iniziato un primo approccio al lavoro “sul campo”.
Abbiamo allestito un semenzaio da un locale vuoto e abbiamo iniziato a studiare i cicli della luna, il ruolo dei Santi del calendario nella semina, le caratteristiche degli ortaggi e tutto quello che gli ruota attorno per un’eccellente e gustosa produzione.
Quello che più ci ha colpito è come si trasforma la visione del mondo nel momento in cui si calzano gli stivali e si cammina nella terra e la si tocca con le mani, la si mette nei vasi, si manipolano i semi e si butta il concime sulle prose (o prese, come localmente definiscono gli spazi nell’orto coltivati e divise dai sentieri).
Ci siamo resi conto, in un comune scambio di idee, che la natura, non ostante sia spesso maltrattata dall’uomo, ha sempre voglia di seguire il suo corso, soprattutto di mantenere i suoi tempi e ritmi. Un piccolo seme interrato si vede spuntare dopo giorni e cercare di crescere a prescindere da quanto avviene tutto intorno. La riflessione è andata oltre e ci ha portato a constatare la differenza dei valori fondamentali che le generazioni percepiscono.
Per molti anziani il rapporto rispettoso con la terra è quasi una forma di simbiosi e quello che l’orto e il giardino ripaga con i prodotti è visto come un dono e sicuramente alcuni valori di rispetto, amore e conoscenza per la terra non vi è dubbio che vanno recuperati e trasmessi.
Una cosa è certa, questa esperienza, iniziata da poco, ci ha messo in condizioni di sentirci spogli nell’ ignorare quelle conoscenze semplici ma fondamentali che si sono tramandati i nonni, e quanto dobbiamo lavorare per recuperare questo patrimonio che sino a ieri ci era indifferente.
Questo percorso ci sta affascinando e sicuramente questo fascino, che circonda l’orto ed il giardino, ci ha stregati e ci stiamo dedicando buona parte del tempo liberato dagli impegni quotidiani con la voglia di crescere velocemente…anche se in questo caso i tempi li detta la natura.
Grazie per l’attenzione
Marco Legramanti