Letture

A PIA. UN RICORDO DI NADIA NICOLETTI

“Ti devo presentare una mia amica, è una persona interessante e ha un orto anche lei!”. Con queste parole Gianfranco Zavalloni ci ha presentate molti anni fa. Eravamo in Trentino, vicino a casa mia, nel Parco Asburgico di Levico Terme. Ne è nata subito una bella amicizia e ci siamo scambiate indirizzi e telefono. Poco tempo dopo, attraverso un lavoro continuo e con la tua tenacia, nasceva Orti di Pace.
Orti di Pace è diventato presto un riferimento per tutti gli insegnanti come me che cominciavano a pensare all’orto e al giardino come luogo di serenità e di storia. ma anche come luogo dove si apprende il sapere.
Sono stati anni bellissimi con molti incontri e molti scambi, in particolare con le insegnanti delle scuole, ma anche con realtà difficili come le comunità di recupero, il carcere, gli ospedali.
Ricordo la prima volta che siamo entrate insieme in un carcere per parlare di orti, di giardino e di fiori ad un pubblico attento di detenute e detenuti che poi, alla fine della conferenza ci hanno raccontato delle loro vite e delle loro speranze.
Ricordo i Convegni Nazionali degli Orti di Pace, più di uno, e ricordo la tua commozione nel sentire i racconti che provenivano dagli orti. C’erano situazioni anche allegre come l’orto di Scampia, quartiere periferico di Napoli, che veniva presidiato di sera dai ragazzi di borgata perché nessuno ne rubasse i pomodori e così i ragazzi rimanevano dentro la scuola fino a tardi.
Ricordo la tua gioia quando ti raccontavo dei miei bambini a scuola e delle cose che facevamo nell’orto. Ricordo le lettere che i miei scolari scambiavano con te e finivano sempre con il chiedere notizie di Macchia, la tua cagnolina.
Orti di Pace è poi cresciuto grazie a te e moltissime scuole hanno portato avanti l’esperienza dell’orto e del giardino scolastico e fatto conoscere a moltissimi bambini la gioia di coltivare un piccolo pezzo di terra.
Ora vivi negli occhi e nei cuori di tutti i bambini che hanno avuto quella gioia.
Sei nei fiori, nei giardini e negli orti che incontreremo ogni giorno.
Nadia Nicoletti