L’officina verde

IL GIOCO DELLE PALLINE DI SEMI

Nel corso di vari laboratori che ho tenuto sia con i bambini della scuola dell’infanzia sia con quelli della scuola primaria, ho sperimentato il “gioco delle palline di semi”. Lo propongo in questo periodo perché, se viene svolto a febbraio, le palline fanno in tempo ad asciugare e ad essere pronte per la primavera che ormai è alle porte. È un gioco che prevede l’utilizzo di argilla e semi di fiori. Si prende l’argilla in pasta che si trova in vendita, in panetti, nei negozi di colori. Poi servono dei semi che possono essere misti, con vari tipi di fiori.
Viene chiesto ai bambini di pensare ad un luogo brutto e squallido, un giardino oppure semplicemente un luogo aperto dove vanno a giocare, ma che non ha fiori.
Chiediamo poi di fissarlo bene nella loro mente.
A questo punto spieghiamo che faremo delle piccole palline di semi di fiori che, se lanciate in quel luogo spoglio e brutto, dopo poco tempo lo aiuteranno a diventare completamente diverso e pieno di fiori profumati.
Facciamo scegliere i semi a seconda delle preferenze: papaveri, margherite, fiordalisi, aquilegie, cosmos, garofani, girasole, viole, calendule, e passiamo a confezionare le nostre palline.
Prendiamo una piccola nocciolina di argilla, la allarghiamo e mettiamo nel centro un pizzico di semi. Poi chiudiamo facendo una bella biglia rotonda e liscia, lavorandola tra i due palmi delle mani.
Le palline a questo punto dovranno poi essere fatte asciugare bene.
Il compito che assegneremo ai bambini sarà quello di andare nel luogo prescelto e lanciare le palline secche, abbandonandole in modo che la pioggia possa bagnarle e possano nascere i fiori prescelti.
Invitiamo i bambini ad effettuare un vero e proprio “bombardamento” di semi nel loro luogo “brutto” per farlo diventare bello!
In un intervallo di tempo abbastanza breve che va da un mese ad un mese e mezzo, a seconda dei semi, nel luogo che il bambino ha scelto, nasceranno nuove piantine!
Questo è un modo semplice per far diventare il bambino attore dentro la propria realtà, magari anche coinvolgendo le famiglie e per educare i bambini alla bellezza.
Nadia Nicoletti