Letture

GIANFRANCO E GLI ORTI SCOLASTICI: LA DIDATTICA DELLA LEGGEREZZA

19 agosto 2013
Gianfranco Zavalloni ci ha lasciati un anno fa, ma la sua scuola e le sue idee continuano. Per i bambini che saranno adulti domani.
Gianfranco ha avuto un ruolo fondamentale nella diffusione degli orti nelle scuole italiane. E’ stato un ottimo maestro prima e un validissimo dirigente poi. Credeva nella “scuola del fare” e invitava gli insegnanti ad abbandonare la monotonia di quella che lui chiamava “la scuola delle fotocopie” per intraprendere invece la strada della “scuola della creatività”.
Lui, figlio di due contadini (Giorgio e Verdiana), aveva trascorso un’infanzia felice in mezzo alla natura e aveva capito che i bambini di oggi hanno bisogno di ricostruire il rapporto con la terra, di capire il ciclo vitale della natura e di imparare a stare nell’ambiente con gioia.
Come diceva lui si doveva scegliere di avere la natura come maestra, nella vita come nella scuola.
Ho conosciuto Gianfranco anni fa, leggendo un articolo apparso su un quotidiano nazionale in cui si parlava di orti scolastici. L’articolo raccontava di orti, ma anche di tutte le attività che Gianfranco aveva messo in piedi all’Ecoistituto.
Io ero già un’insegnante di scuola primaria, lo ero da molti anni, e a scuola con i miei scolari ero solita coltivare l’orto. Così decisi di mettermi in contatto con lui, attraverso la mia scuola.
Per cercare la direzione cui lui era assegnato (sapevo solo che era vicino a Cesena) ne parlai con la mia dirigente di allora. Appena feci il nome di Gianfranco la mia dirigente si aprì in un grande sorriso. Mi raccontò allora di aver conosciuto Gianfranco in Trentino, in val di Fiemme, dove era stato suo collega perché avevano avuto entrambi la nomina in quella vallata ed erano stati assegnati in direzioni didattiche vicine. Gianfranco, infatti, aveva avuto la sua prima nomina come dirigente scolastico proprio in Trentino, a Moena.
Ricordo molto bene la prima volta che chiamai Gianfranco al telefono al numero della scuola dove lavorava. Ricordo che all’inizio ero intimorita, come lo sono sempre stata con i dirigenti.
Gianfranco era molto contento di sentire della mia esperienza di orti in Trentino, perché era rimasto affezionato a questa terra. La nostra prima telefonata è stata comunque quella tra una maestra e un dirigente. Io ero in quel periodo alla ricerca di qualcuno con cui condividere la mia passione di insegnante per l’attività di orto e non potevo capitare meglio. Fin da subito Gianfranco è stato disponibile a scambiare con me pareri e racconti, attorno al tema dell’orto di scuola.
In seguito ho avuto la fortuna di conoscere Gianfranco di persona durante uno stage sull’orto che si era tenuto presso l’Ecoistituto.
Era stato molto bello condividere con altri insegnanti, provenienti da tutta Italia, esperienze e racconti di scuola. Da lì è partita la mia amicizia con Gianfranco e Stefania e la mia collaborazione. Poi, negli anni successivi, con Pia Pera, è nato ORTIDIPACE che ora è una realtà che tutti conoscono.
Da insegnante mi sono rivolta alcune volte a Gianfranco come uomo di scuola e come amico, per chiedere consigli sul lavoro o conferme sulle scelte che andavo facendo a scuola e ho sempre trovato una risposta e un incoraggiamento.
Gianfranco era un grande pedagogista perché metteva il bambino “al centro”. Era convinto, (come me del resto) che per rendere un bambino felice bastasse poco. Era convinto che i bambini imparano veramente se amano quello che stanno facendo. Diceva che solo quello che viene imparato con amore rimane e che il resto si dimentica. Credeva, come tanti di noi, che è necessario lasciare ai bambini la capacità di sperimentare, anche gli errori, e incoraggiare il gioco e l’attività manuale.
Pensandoci direi che aveva proprio ragione perché i bambini che hanno l’opportunità di coltivare un orto a scuola imparano sostanzialmente la “meraviglia”. La meraviglia è piantare un seme, vedere crescere la pianta, gustare i suoi frutti e poi imparare a conservare i semi di quella pianta per ri-provare la “meraviglia” e diffonderla di nuovo, proprio attraverso i semi, in modo da far ri-vivere il tutto.
Gianfranco era convinto che i bambini di oggi devono poter sperimentare il più possibile anche il gusto e dunque che coltivare un orto per far assaggiare i gusti veri della verdura e della frutta, fosse una cosa piacevole per un bambino. E giusta.
Diceva che i bambini hanno bisogno anche di sporcarsi le mani e mi raccontava delle sue esperienze sperimentali alla scuola materna, con la creta.  Era bellissimo starlo a sentire!
A Gianfranco un grazie grande a nome di tutti i bambini che, coltivando un orto, possono imparare e crescere con gioia e leggerezza.
Nadia Nicoletti