Letture

FIORI PER L'ORTO

Si, vi parlo di fiori per l’orto, ho sempre avuto la sensazione che un orto tutto verde, sia pure nelle varie gradazioni delle lattughe, dei cavoli, delle bietole, non fosse una cosa proprio bellissima ed allora, come colorare i nostri orti? Come ho colorato, in questi anni, il mio?
E’ una faccenda davvero personale e molto possiamo fare noi, molto fa il caso, tantissimo le relazioni amicali e ancor di più fa il tempo e fanno tanto le farfalle e le api: insomma, per colorare un orto non serve, come è virtù necessaria per un affresco o un quadro, essere dei buoni e geniali “tecnici”.
No, un orto è un organismo vivente e non possiamo proprio a capriccio metter colori quà e là.
L’orto è un microcosmo ed è esposto agli elementi, ha un grande cuore, il suo terreno ed una grande testa, l’immensa volta che lo assiste ed ha compagni, alberi, case, corsi d’acqua, buoni o pessimi vicini.
Nel mio caso è un orticello fortunato, Cranno mi ha lasciato in eredità un quadratino ben lavorato, concimato biologicamente per una quindicina d’anni e conosco persino le bestie fattrici di tanta letizia, simpatiche caprette e cavalli mansueti. Conosco il vicino che vi lavorava prima e so il suo amore per la terra.
Posso immettere fiori in questo piccolo spazio e so che facilmente cresceranno e che creeranno punti di colore attraenti anche per gli occhi ed il naso, oltre che per tante farfalle ed api e bombi e quanti esseri alati vogliano soggiornare o vagare. Ho desiderato alcune specie per anni ed altre sempre le ho seminate.
Quest’anno è stato il compimento ideale per una grande festa tra zinnie grandi e doppie, arancio e rosse, giganti, cosmos a mucchi e macchie, astri di colore diverso, dal bianco al rosso al viola intenso, tagete erecta giganti arancio, gialli e quelli più comuni rossi e gialli, e, invitata d’onore, la tithonia, solamente due esemplari, semi acquistati a caro prezzo in Svizzera, una bustina, sei semi e solamente due sono germinati e cresciuti, ne desideravo da quando me li aveva mostrati, tanti anni fà, Luis Souza di Villa Melzi a Bellagio, ne è valsa la pena, però, la tithonia, che ora mi riprodurrò in copioso numero per l’anno venturo, è davvero una regina, questo fiore messicano, amico del sole, ha una pelle serica, una finezza incredibile e le corolle, grandi e arancio, slanciato, mi arriva al naso, altissimo.
Si, ciascuno può dipingere il proprio orto come meglio crede, inframezzati ai pomodori, meglio tante varietà, alle borragini, alla camomilla, alla chioma vasta del rafano e del rabarbaro, i fiori da soli danno slancio e fanno più vivo tutto.
E non dimentichiamo che i fiori di zucca sono pur sempre fiori e sono fiori anche quelli dell’aglio e della cipollina, anche quelli del basilico lo sono e se abbiamo varietà diverse anche questi saranno diversi, degli amici mi hanno portato delle margherite dal Kashmir, son germinate e le loro corolle tenere, gialle e bianche si sporgono sull’orto, creste di gallo lilla intenso sono quà e là.
Sento che è l’orto stesso, durante la crescita ad armonizzare tutto, noi crediamo di essere “artisti” o “artefici” in realtà basta che qualche lumaca ingorda faccia una scorribanda ed ecco che i colori da noi desiderati lasciano spazio ad altri. Io cerco di seminare in vaso e poi ripicchetto le essenze già un pò grandicelle, così si può evitare la strage. Ah, la buona vecchia pratica dell’interrare vasetti o bicchieri di birra per lo sterminio dolce delle limacce terribili, quelle arancioni, funziona, la cenere anche ma non deve essere un periodo piovoso altrimenti si diluisce e addio protezione, mai ho usato granuli chimici.
Così, questo settembre, dopo la gran calura di questa estate del 2012, mi presenta un orto fiorito, e già penso a quello dell’anno prossimo, avrò più semi, diligentemente autoriprodotti e imbustati, durerà a lungo, almeno fino ai primi geli, anche le perille purpuree, i verdissimi ed alti tagete minuta, oltre 2 metri, si ricopriranno fittamente di minuscoli fiorellini gialli e profumati all’ananas, così come le due salvie , già stanno preparando i loro fiorellini rossi. E sarò felice di donare semi, di scambiare idee con i visitatori, con tutti gli amici che passano da queste parti, un orto bello invoglia a tornare, e se non c’è solamente la unicità delle bietole rosse o dei cetrioli limone ma anche una bella tavolozza di colori viventi e brulicanti di vita, la biodiversità di un orto non ha che da guadagnare.
Orto come luogo di nutrimento e di svago non fine a se stesso, non uno sport, non trastullo ma luogo di meditazione e luogo, per me, soprattutto, luogo di gioia infinita. Leggevo, questa sera, brani di Virgilio e di Orazio, mi dicevano di desiderio di un pezzo di terra e di nostalgia per partenze forzate, esili, beh, se gli Amalfitani hanno scritto, ed a buon diritto, che , per loro, il giorno in cui andranno in paradiso, sarà un giorno come un altro, io non posso affermare che la stessa cosa, ai settembrini, che ho dimenticato, dedico questa chiosa, sono fortunato, posso dirmi felice perchè giardiniere.
Buon autunno, a tutti i vostri orti, buon riposo invernale, a voi, buone meditazioni per e buone semine per la nuova stagione che verrà.
Cranno, Teodoro Margarita