Gli ospiti erano appena arrivati e si stavano scambiando i saluti lanciando occhiate impazienti verso il grande tavolo della sala da pranzo.
La cuoca, indaffarata, era uscita in giardino a cercare foglie d’alloro per l’ultimo ritocco sugli affettati.
Nella vecchia cucina non c’era nessuno.
Ma non c’era affatto silenzio, anzi!
Il bollito, sotto il grasso, ribolliva di rabbia:
“Mi hanno messo in compagnia di una stupida cipolla!”
“Taci e cuoci nel tuo brodo! “ gli dicevano i taglierini sdraiati e beati sul tagliere.
“Siamo fritte! Siamo fritte!” strillavano in coro le patatine.
“Lo credo bene!” borbottava sulla stufa lo stufato annoiato.
Solo gli ortaggi e la frutta se ne stavano tranquilli sui vassoi e nelle fruttiere, sospirando piano:
“Al nostro turno, come sempre, i bambini ci lasceranno nel piatto …”.
Ma i crostoli distratti, nuotando nello strutto, chiacchieravano allegri.
E a quel punto?
A quel punto dalle bottiglie appena stappate il vino sbottò: “Questa storia non ha costrutto!”
Ed ecco che la cuoca, appena rientrata, agitando un coltello come fosse una sciabola ordinò agli ospiti:
“A tavolaaa!”