E’ ancora lì, nell’orto, le temperature basse, anche se non eccessivamente per questa stagione (l’anno scorso eravamo già nella neve) non sembrano averlo molto infastidito: è un pomodorino particolare. Vi parlo del perino giallo, una varietà che noi seedsavers, salvatori e custodi di semi antichi e rari, abbiamo scovato e provveduto a riprodurre. Questo perino giallo è un cavallo di battaglia ai nostri banchetti: la sua forma a lampadina, piccola, soprattutto il suo colore, lo rendono molto adatto ad avvicinare grandi e piccoli che si incuriosiscono e volentieri chiedino informazioni su questo bel frutto. Poi, restano al banchetto e conversano con noi interessandosi al nostro lavoro più vasto di salvaguardia della biodiversità rurale.
Intanto vediamone l’origine: dall’America Latina, come tutti gli altri pomodori. Il nome, anzi, dovrebbe di per sé darci una bella sveglia: eh già, “pomo d’oro”. Ovverossia: tra i primi a essere portati ve n’erano di gialli, color del sole, che diedero questo nome, popolare, nel nostro paese, alla solanacea in questione. Se altrove si chiamano “tomates” e simili è grazie al nome amerindio originale.
Il nostro bel pomo d’oro, la varietà perino, è giallo, ma di questo colore ve ne sono anche di tondi; in Campania è molto conosciuta una varietà che matura solo in inverno e si conserva, nella sua frasca, per tutta la cattiva stagione così che le massaie possono farne sughi freschi praticamente sempre.
Il perino giallo che conservo, coltivo e diffondo io mi arriva da Piacenza e apparteneva ad un anziano agricoltore che l’aveva ereditato nella sua famiglia, nella sua fattoria. Abbiamo raccolto questo seme e fatto prosperare, la sua diffusione, sia pure nel non grandissimo circuito dei seedsavers l’ha messo al sicuro.
Sono in grado di procurarne a chi me ne chiede piccole quantità, e parlo di mezza dozzina di semi, essendo molto prolifico, facilmente si arriva ad averne tanti. Lo coltivo in Lombardia attorno ai 500 metri, lo pianto esattamente seguendo la procedura che uso per tutti gli altri pomodori: a seconda della mitezza della stagione in vaso a fine marzo o aprile inoltrato. Regolarmente comincia a fruttificare e continua per tutto settembre e anche ottobre.
Sulla pianta, ora a fine novembre, ce ne sono ancora anche se verdi ma sono grandi abbastanza e potranno maturare in un canestro. Il perino giallo necessita di un tutore; un lungo bastone attorno al metro e mezzo può bastare.
La sua produttività è notevole, immagino che nel meridione d’Italia possa rendere ancora di più, è molto resistente a qualunque avversità, per esempio, il 13 luglio di quest’anno abbiamo subito una forte grandinata: pur danneggiato, il perino giallo è quello che si è prontamente ripreso meglio.
Altre varietà hanno patito davvero tanto; molte piante sono stato costretto a e buttarle via per il marciume intervenuto.
Il gusto è gradevole, ho provato anche a farne sughi ed è buono, meno acido del comune rosso, assai particolare, ma questa è una cosa personale. Chi è legato al sapore più intenso del rosso lo troverà forse meno attraente. Nelle insalate, nel riso freddo certamente apporterà questa nota insolita di colore, il perino giallo; magari assieme alle varietà rosse, più conosciute, rinfrescherà le vostre sere d’estate.
Sinceramente ne consiglio la coltivazione a coloro che hanno bimbi, oltre che a tutti i curiosi o, va da sé, a coloro che sono attenti alla difesa della biodiversità.
Per i bambini è un grande motivo di gioia osservare che esistono anche altre varietà, non standard, non da bancone di supermercato, di pomodoro. Queste piccole luminose lampadine gialle tra le mani dei piccini diventano ancora più chiare e splendenti, facciamo in modo che illuminino il futuro di ricchezza nel piccolo multiverso di biodiversità del nostro orto o giardino. Persino in vaso su un balcone cittadino questi perini gialli fanno la loro figura rammentando che furono portati in Europa per la loro bellezza.
Suvvia, che si possa passare sotto la vostra finestra e coglierne qualcuno!
Teodoro Margarita
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